Vertice governo-ArcelorMittal: sindacati spaccati
È durato circa tre ore, a Palazzo Chigi, l’incontro fra il governo e i vertici di ArcelorMittal che hanno annunciato il ritiro dall’accordo per l’acciaieria ex Ilva di Taranto.
Alla riunione erano presenti: il premier Giuseppe Conte, i ministri Stefano Patuanelli, Roberto Gualtieri, Giuseppe Provenzano, Roberto Speranza, Teresa Bellanova, il ministro del Lavoro Nunzia Catalfo, e il sottosegretario Mario Turco. Per ArcelorMittal c’erano il patron Lakshmi Mittal e il figlio Adyta Mittal. Alla riunione non ha partecipato l’ad di ArcelorMittal Italia Lucia Morselli. Fiato sospeso e bocche cucite sulla trattativa. Nessuno dei membri del governo o dell’azienda ha parlato con la stampa dopo l’incontro.
L’azienda, nel frattempo, ha avviato le procedure per ‘rescindere’ 10.777 contratti e ha inoltre disposto disposto per 80 operai la “comandata” sugli impianti dei reparti Acciaieria e Gestione rottami ferrosi in occasione delle 24 ore di sciopero proclamato. La società spiega di dover ricorrere alla “comandata” (che in base agli accordi sindacali è un obbligo per i lavoratori interessati) “in ragione dei danni strutturali provocati in occasione dello sciopero del 10 luglio che hanno determinato la rottamazione di sette carri siluro”.
Il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia si mostra più che perplesso sull’ipotesi di una nuova cordata: “Non so quando la si troverà e chi pagherà tutti questi lavoratori. E’ una responsabilità della politica, adesso la politica risolva le questioni che ha determinato”. “Ricordo che non si parla solo dello stabilimento di Taranto, ma di tanti stabilimenti in Italia. Il problema è chi paga. C’è qualcuno in questo Paese che prescinde dalle risorse, a meno che non voglia battere moneta e pagare direttamente da solo”, ha concluso Boccia.
Intanto lo sciopero proclamato dalla sola Fim “sta avendo un’alta adesione”, fa sapere la stessa sigla sindacale sottolineando che è bloccata l’acciaieria 1. “L’azienda ha tentato di precettare i lavoratori per la messa in sicurezza dell’impianto non trovando riscontro. L’acciaieria 1 va verso il blocco totale con gravi conseguenze non solo in termini di produzione. Per giovedì è previsto il blocco della portineria C con relativo blocco dei camion”.