Spagna, si vota: oggi le elezioni dall’esito molto incerto
La Spagna torna al voto, per la quarta volta in quattro anni, e lo fa con il fiato sospeso. Il Paese arriva all’appuntamento con le legislative anticipate di oggi – appena sei mesi dopo l’ultima tornata elettorale – nel pieno di una crisi catalana esplosa dopo le pesanti condanne emesse il 14 ottobre dal Tribunale supremo contro 9 leader dell’indipendentismo. “Avevamo previsto tutto” ha ripetuto anche in questi giorni il presidente del governo in carica, Pedro Sánchez, quasi a voler giustificare la decisione di sciogliere le Camere in un momento di estrema tensione per il Paese.
Intanto procede l’inpronosticabile avanzata dell’ultradestra di Vox che, stando ai sondaggi dell’ultimora, potrebbe toccare quota 53 deputati – su un totale di 350 – più del doppio rispetto ai 24 ottenuti ad aprile. I socialisti si confermano al primo posto, con 27,6% delle intenzioni di voto, ma in una posizione più debole, che costringerà Sanchez a stringere alleanze con più formazioni per raggiungere la maggioranza assoluta. Il duello sarà soprattutto con il Partito Popolare, con il suo leader Pablo Casado accreditato del 21,2% delle preferenze, presumibilmente a soli 15 seggi di differenza dal Psoe.
I seggi saranno aperti fino alle 20. Gli spagnolo sperano che questo voto sia decisivo per far uscire il Paese dallo stallo politico-istituzionale, sebbene metà degli aventi diritto consideri “probabile” la necessità di dover ripetere le elezioni un’altra volta ancora. Gli esperti evidenziano l’importanza del risultato che otterranno i partiti indipendentisti catalani in un momento di divisione del governo sulla crisi e di tensione in loco. Nei giorni scorsi, in occasione della visita a Barcellona di Felipe VI e della principessa Leonor, si sono scatenate violenti proteste anti-monarchiche.