ArcelorMittal, dopo Milano indaga anche Taranto
La partita per le sorti dell’ex Ilva di Taranto resta tutta in salita. La Procura di Taranto ha aperto un’indagine contro ignoti dopo l’esposto denuncia presentato dai commissari dell’ex Ilva per “fatti e comportamenti inerenti al rapporto contrattuale con ArcelorMittal, lesivi dell’economia nazionale”. Per il momento il procuratore non ipotizza reati, ma è quasi certo che saranno quelli commessi a danno dell’economia nazionale.
E mentre il Pd apre allo scudo penale con il capogruppo al Senato Andrea Marcucci che dice “Sì a un decreto se l’azienda dichiara di voler rispettare il contratto”, Luigi Di Maio accende i toni dello scontro con la famiglia Mittal: “Li trascineremo in tribunale e chiederemo di rispettare i patti con lo Stato”. Quell’azienda, spiega il ministro, “ha firmato un contratto con lo Stato e quindi con il popolo, e se pensa di potersene andare credendo di avere di fronte uno Sato che le dice ‘vai pure, non succede nulla’, ha sbagliato Stato e governo”.
La proposta dell’azienda “è inaccettabile”, commenta invece il ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo, sottolineando la riduzione di personale con 5.000 esuberi richiesta dal gruppo. Catalfo spiega che l’azienda aveva anche chiesto “di andare in deroga delle norme sulla sicurezza sul lavoro”, richiesta “alla quale ho opposto un secco no”.
E i sindacati tornano ad assicurare che i lavoratori non spegneranno gli impianti. Landini (Cgil) parla di atto illegittimo e inaccettabile: “Non ne saremo complici, troveremo forme e modi, perché lì la gente vuole produrre acciaio senza inquinare, non vuole chiudere impianti”.
Il segretario del Pd Nicola Zingaretti dà ragione agli operai e afferma: “Il governo deve fare di tutto accelerando i tempi del confronto con l’azienda per evitare lo spegnimento, sarebbe un segnale drammatico. le soluzioni sono in mano a Conte, che ha deciso giustamente di avocare la gestione del dossier. La tempistica deve essere contratta: gli altoforni spenti possono dare il via a una curva drammatica. Bisogna chiedere al governo una tempestività che è importante”.
C’è poi la posizione del governatore della Puglia, Michele Emiliano, che si dice convinto del fatto che la strategia di Mittal sia far cadere il governo. “Mittal sta cercando di mettere in crisi politica il governo italiano. Sta facendo qualcosa senza precedenti nella economia internazionale: una multinazionale che cerca, sia pur forse indirettamente, di far cadere un governo. Mai vista nella storia una cosa del genere” ha detto ieri sera a ‘Petrolio’, su Rai2. “ArcelorMittal sta elevando la sua minaccia ai massimi livelli. Sta mettendo la fabbrica in sonno, non la sta distruggendo mi auguro, perché vuole esercitare sul governo italiano il massimo della pressione o perché vuole andar via e vuole negoziare delle condizioni per farlo; oppure perché vuole rimanere ma alle sue condizioni, non quelle che ha firmato”.