Lavori socialmente utili per i profughi, Orsi: “Tolgono risorse per gli scledensi”
Tra le diverse novità in materia di immigrazione, anticipate in questi giorni dal ministro dell’Interno Marco Minniti sui media, una in particolare non piace al sindaco di Schio Valter Orsi. Nei prossimi mesi infatti i richiedenti asilo saranno obbligatoriamente, o comunque si spingerà perché avvenga, inseriti nei circuiti dei lavori socialmente utili. “Questo toglierà risorse per i tanti scledensi in difficoltà” il commento laconico di Orsi.
Il Ministro Minniti ha annunciato questo provvedimento due giorni fa, di rientro da un incontro avuto in Germania con i rappresentanti degli Esteri europei per discutere una linea comune sull’integrazione. Tra i cambiamenti che proporrà mercoledì al Parlamento fra quelli che balzano più all’occhio c’è l’inserimento lavorativo dei richiedenti asilo. Come riporta il Corriere della Sera infatti dopo due mesi dalla presentazione della domanda di asilo le istituzioni rilasceranno ai migranti un documento in cui vengono indicati come “sedicenti” rispetto alle generalità che hanno fornito al momento dell’arrivo. Basterà quel foglio per inserirli nel circuito dei lavori socialmente utili che diventerà uno dei requisiti di privilegio per ottenere lo status di rifugiato. Si faranno convenzioni anche con le aziende per stage che potranno essere frequentati da chi ha diplomi o specializzazioni, proprio come avviene in Germania, nell’ottica di inserire gli stranieri nel sistema di accoglienza avendo la loro disponibilità a volersi davvero integrare.
E se quindi non è ancora chiara l’obbligatorietà o meno del lavoro socialmente utile, e nemmeno è ancora chiaro se ci saranno oneri economici a carico dei Comuni su questo, il sindaco di Schio esprime subito la sua contrarietà alla proposta. “A parte tutta una serie di considerazioni sulle problematiche di gestione che questa imposizione porterà, dico una sola cosa – ha scritto – nel 2016 questa nostra amministrazione è riuscita a dare una mano a circa 60 scledensi in difficoltà lavorativa per queste attività, riconoscendo loro un piccolo contributo economico in cambio, non gli abbiamo cambiato la vita, ma sicuramente li abbiamo fatti sentire ancora membri di una comunità per la quale hanno comunque dato tanto”. Un contributo che potrebbe essere messo in dubbio dalle nuove direttive del Governo. “Se infatti passa questa imposizione ci troveremo nelle condizioni di non avere risorse anche per affiancare a tutoraggio questi richiedenti asilo – ha concluso – saremo perciò costretti a dire agli scledensi che non possiamo più aiutarli perché di fronte alla nostra scelta amministrativa di sostenerli ci dobbiamo fermare causa un’imposizione governativa”.