S. Bassiano, tecnologia all’avanguardia per le diagnosi di tumori alle vie urinarie
L’ospedale S. Bassiano di Bassano Del Grappa, afferente all’Ulss 7 Pedemontana, è il terzo centro in Europa a dotarsi di una tecnologia all’avanguardia nel settore della diagnostica dei tumori alle vie urinarie. Una nuova apparecchiatura è stata infatti installata nel polo sanitario del distretto e inaugurata stamattina, grazie alla donazione di 77 mila euro messa a disposizione dalla onlus “Elios“. Un’associazione attiva nell’area della pedemontana che ha adattato l’acronimo delle parole Esperienza, Lavoro, Impresa, Obiettivo, Sanità per farne caposaldo della sua missione benefica di raccolta fondi a sostegno della sanità pubblica locale, attraverso più progetti tra i quali quello realizzato in questi giorni.
La cerimonia di inaugurazione, alla presenza dell’assessore Regionale alla Sanità Manuela Lanzarin, è stata anche occasione per la presentazione delle migliorie connesse all’utilizzo operativo del nuovo strumento ad alta tecnologia, utile ai medici urologi per individuare neoplasie che colpiscono la vescica e l’apparato urinario genericamente inteso. Basti pensare che l’incidenza del tumore alla vescica nell’uomo adulto è la quarta più alta per frequenza nella popolazione, oltre che la seconda neoplasia più frequente tra i tumori dell’apparato urinario.
In termini tecnici, il nuovo macchinario costituisce un sistema di endomicroscopia laser confocale in tempo reale che permette una valutazione dinamica dell’architettura e della morfologia cellulare. “Si tratta a tutti gli effetti di un microscopio ottico – spiega il dott. Antonio Celia, direttore del reparto Urologia – che ha la particolarità di essere abbinato ad un sistema in grado di rilevare l’immagine di un campione illuminato con una scansione punto a punto e quindi ricostruirla, restituendo una visione d’insieme tridimensionale ed estremamente accurata dell’area indagata. Il grande vantaggio è che consente di effettuare delle biopsie ottiche non su un campione di tessuto rimosso, ma direttamente in-vivo sul paziente: questo rende la diagnosi non invasiva e, quando necessario, consente di acquisire informazioni funzionali non indagabili sul campione bioptico tradizionale”.
“Utilizzeremo questa apparecchiatura – continua – per la diagnosi ed il trattamento delle patologie neoplastiche uroteliali e per i tumori particolarmente pericolosi per la loro rapida evoluzione da forme superficiali a forme infiltranti. Questo strumento permette di
migliorare ed anticipare la diagnosi di neoplasia in stadio ancora superficiale e di trattare pazienti affetti da tale neoplasia contestualmente alla procedura diagnostica, con notevoli vantaggi per i pazienti: sarà più semplice, infatti, distinguere tra i diversi stadi della patologia e individuare quando è possibile adottare un approccio conservativo, tale da garantire il mantenimento della funzionalità dell’apparato urinario colpito, con tutto quello che può voler dire in termini di qualità di vita”.
Soddisfazione anche da parte dell’associazione che ha contribuito a realizzare il progetto. “La nostra associazione – commenta il presidente Renato Campana – è nata tra un gruppo di imprenditori della Pedemontana con la finalità di realizzare progetti di carattere sanitario con la collaborazione delle eccellenze scientifiche in ambito medico del nostro territorio. Miriamo a migliorare la qualità della salute dei nostri concittadini mettendo a disposizione delle strutture sanitarie pubbliche la nostra esperienza imprenditoriale, raccogliendo contributi e orientandoli all’acquisizione di macchinari sanitari innovativi che permettano di offrire servizi medici di alta qualità”.