Maltempo: urgente intervenire su 5.931 ponti. Terminate le verifiche sul viadotto dell’A6
Il maltempo non dà tregua all’Italia, il governatore del Piemonte Alberto Cirio parla di un “bollettino di guerra” per la sua regione, tra strade bloccate, centri isolati e centinaia di sfollati.
Le Province avvertono: dopo un monitoraggio sui ponti all’indomani della tragedia di Genova abbiamo individuato quasi 6mila viadotti su cui servono interventi urgenti.
E il premier Giuseppe Conte ribadisce: “Stanziati 11 miliardi per il territorio, ora dobbiamo accelerare”. ” Il fatto che ci sia un problema di messa in sicurezza del territorio, di dissesto idrogeologico, non ce ne accorgiamo solo oggi. È anche la ragione per cui – sottolinea il premier -già a fine 2018 io stesso ho cercato di spingere molto, di coordinare, per adottare all’inizio di quest’anno, 2019, il Piano Proteggi Italia. Ora è chiaro che non è che si adotta un piano organico per lavorare molto anche sulla prevenzione e non solo più sulla gestione dell’emergenza. Non significa che l’adozione di un piano risolva i problemi. Sono stati stanziati 11 miliardi su base pluriennale, ora però dobbiamo spendere questi soldi, quindi dobbiamo assolutamente accelerare con tutte le opere e i cantieri che ci consentano di contrastare il dissesto idrogeologico”.
Intanto I vigili del fuoco hanno terminato le verifiche sul viadotto crollato sull’autostrada A6 Torino-Savona e hanno ufficialmente chiuso le ricerche: non ci sono né auto né persone coinvolte nel crollo. Lo ha reso noto il comando generale del Corpo, precisando che è stato ispezionato anche il metanodotto Snam che passa sotto il viadotto, e ne è stata verificata “l’integrità funzionale”.
Ma secondo la Protezione civile: la “frana che ha distrutto il viadotto sull’A6 contiene circa 15 mila metri cubi di materiali che sono ancora in bilico”. Lo hanno detto Nicola Casagli dell’Università di Firenze e Luca Ferraris della Fondazione Cima, centri di competenza della Protezione civile nazionale, al termine del sopralluogo aereo sulla frana.
La frana, composta da circa 30 mila metri cubi di materiale, è scesa da un’altezza di 300 metri velocissima, ‘correndo’ a circa 20 metri al secondo. “E’ stata rapidissima – hanno detto gli esperti – e calcolando la velocità con la quantità di massa l’impatto sui piloni è stato devastante”. Secondo Casagli e Ferraris, è stata la grande quantità di pioggia caduta il mese scorso a provocare lo smottamento di un terreno che è stato agricolo e abbandonato in una zona considerata a rischio da moderato a basso. “La frana ora sembra ferma – hanno detto gli esperti – ma i 15 mila metri cubi di materiale potrebbero scendere in qualsiasi momento ampliando i fianchi dello smottamento”.
E si riconferma “fragile” anche la Liguria, per alcuni interminabili attimi il timore di essere di fronte ad un nuovo ponte Morandi. “Serve un piano straordinario di manutenzione”, afferma il governatore Giovanni Toti.
Intanto arriva un appello dalle vittime del Ponte di Genova: “Per pura casualità e per immensa fortuna non sono decedute altre persone innocenti, e non ci sono altri familiari sprofondati nel dolore; i cittadini devono essere protetti. Vogliamo un impegno serio del nostro Governo e del Parlamento affinché il nostro Paese sia messo in sicurezza e ogni viaggio non diventi una roulette russa”. Lo chiede al governo Egle Possetti, presidente del Comitato ricordo vittime del ponte Morandi. “Per noi ieri è stato come tornare indietro di 15 mesi e ci ha lasciati ancora una volta senza fiato” aggiunge la Possetti.