Effettua 110 bonifici per aiutare l’amico adulatore e finto malato: era una truffa
La generosità di una donna di Caldogno non aveva più limiti, ma il suo conto in banca sì. Si era fatta circuire via facebook da un adulatore dai modi affabili rivelatosi un abile truffatore, capace di spillare alla prodiga vicentina una cifra vicina ai 18 mila euro. Prosciugando di fatto i suoi averi, in nome di un’amicizia nata via social e delle promesse di restituzione del denaro prestato (per 16 mesi) facendo leva sul buon cuore della vittima di un imbroglio da censurare. Di fatto, la donna raggirata ha dilapidato tutto quanto aveva nel suo conto, rivolgendosi infine ai carabinieri dopo essersi resa conto di essere caduta in un tranello cosparso di bugie. Che ha assunto i contorni di una truffa aggravata, secondo la ricostruzione dei carabinieri di Dueville.
Ben 110 le elargizioni di denaro che la donna originaria di Caldogno aveva concesso all’amico social, un 50enne toscano. L’uomo, che si rivelerà una vecchia conoscenza della giustizia, vive in provincia di Lucca. Si era presentato dal nulla come un dipendente dei Monopoli di Stato – affermazione non rispondente alla realtà – e l’aveva contattata attraverso il noto network via web circa un anno e mezzo fa, con modi da gentiluomo.
A finire sotto indagine l’operato di A.N.G., un uomo con precedenti analoghi di giustizia si è scoperto in seguito, che con modi garbati e da navigato affabulatore si era conquistato la fiducia della sconosciuta donna veneta, persuadendola poi a concedergli – a ripetizione – delle somme di denaro per curare delle patologie polmonari insorte, fatalità, nel corso della loro nascente amicizia. Problemi di salute personale a cui si sarebbero poi aggiunti quelli di una presunta figlia (che asseriva gravemente malata), anche in questo caso inesistenti, continuando ad attingere al “rubinetto” di liquidi nel Vicentino approfittando della generosità della vittima scelta.
Solo la scorsa estate, tra i mesi di giugno e luglio, la stessa è riuscita a trovare il coraggio per recarsi in caserma dei carabinieri e superare l’imbarazzo, raccontando quanto accaduto a partire dai primi mesi del 2018. I suoi risparmi, circa 18 mila euro secondo la nota diffusa dai militari duevillesi, nel frattempo si erano volatilizzati a suon di versamenti. Una volta accertata la versione della denunciante e identificato il presunto truffatore senza scrupoli, si è scoperto che il lucchese “vantava” una carriera disonesta alle spalle e un precedente significativo con lo stesso modus operandi. Ora toccherà alle aule di giustizia determinare se la donna soggiogata avrà diritto o meno alla restituzione di tutto o di una parte della somma versata tramite il sistema Postepay.