Donazzan contro Fa’afafine perché “legittima la teoria gender”: Pd all’attacco dell’assessore
Tutto il Partito Democratico veneto contro Elena Donazzan, assessore regionale alla formazione per la sua presa di posizione contro lo spettacolo teatrale Fa’afafine (video), che andrà in scena per le scuole vicentine al Teatro Astra di Vicenza il prossimo 7 marzo.
“Chiedo al ministro Valeria Fedeli di non consentire alle scuole di proporre agli alunni lo spettacolo sul bambino transgender Fa’afafine, in scena in queste settimane in tutta Italia” aveva tuonato ieri la Donazzan rendendo noto di aver scritto alla titolare del ministero dell’istruzione.
Il motivo è presto detto: “Migliaia di bambini e adolescenti saranno condotti dalle scuole a uno spettacolo che ha l’intento dichiarato di mettere in crisi la loro identità sessuale, la loro stabilità psicoaffettiva – dichiara Donazzan –. E’ uno spettacolo che veicola e legittima l’ideologia gender, quella per cui nascere biologicamente maschi e femmine non avrebbe niente a che vedere con la nostra “vera” sessualità, che invece può essere scelta, cambiata, modellata e riformulata a piacimento senza alcun punto di riferimento oggettivo; quella per cui l’uomo e la donna non sono naturalmente complementari; quella per cui qualsiasi unione affettiva ha lo stesso valore sociale e antropologico del matrimonio; quella per cui non esistono mamma e papà, ma genitore 1, 2, 3, 4…”. A muovere l’assessore sarebbero state segnalazioni che sta ricevendo da “genitori e nonni preoccupati”. Per Donazzan l’iniziativa è “distorsiva per l’educazione dei giovani, rischia di rivelarsi una vera e propria violenza psicologica nel periodo di particolare fragilità e confusione dei nostri ragazzi”.
“L’ossessione per il gender – commenta il capogruppo Pd in Regione, il vicentino Stefano Fracasso – fa brutti scherzi: lo spettacolo ha ricevuto diversi riconoscimenti ed è stato visto da centinaia di alunni delle scuole, nessuno dei quali risulta essere stato traumatizzato dalla favola di Fa’afafine. Neppure le decine di insegnanti che hanno scelto e accompagnato quei ragazzi hanno mai ritenuto lo spettacolo diseducativo, anzi. Lasciamo che sia chi insegna di professione a valutare ciò che è giusto o sbagliato in termini educativi. Compito della politica è invece mettere gli educatori di professione nelle condizioni di poter operare al meglio. Quando la politica vuol sostituirsi agli educatori fa solo danni. Come in questo caso”.
“Quella del Gender è una teoria inesistente che non ha alcun fondamento scientifico, lo sviluppo equilibrato dei ragazzi e delle ragazze e la formazione della loro personalità non si favoriscono certo vietando uno spettacolo teatrale o proibendo la proiezione di un film” sostiene a sua volta un’altra consigliere regionale dem, Alessandra Moretti. “La censura non costituisce mai un corretto strumento educativo – osserva l’esponente Pd – un assessore che ha la competenza in materia scolastica, anziché censurare in maniera, questa sì, ideologica, dovrebbe invece interrogarsi sul ruolo che l’arte di qualità ricopre nei processi educativi che vengono intrapresi all’interno del percorso scolastico. E che si tratti di una produzione di qualità lo testimoniano i numerosi riconoscimenti, come ‘l’Eolo Awards’, come miglior spettacolo di teatro per ragazzi e giovani, o il Premio ‘Scenario Infanzia’, oltre ad aver ottenuto il patrocinio ufficiale di Amnesty International Italia per il modo con cui ha affrontato un tema difficile, dove insistono ancora oggi troppi pregiudizi e ignoranza. Le dichiarazioni della Donazzan che parla di ‘mettere in crisi l’identità sessuale e la stabilità psicoaffettiva dei ragazzi’, ne sono purtroppo uno specchio fedele”.
Interviene nel dibattito anche il segretario del Pd di Vicenza città, Enrico Peroni: “La libertà d’espressione è un diritto fondamentale di ogni essere umano, protetto dalla nostra Costituzione. In particolare la libertà d’espressione del mondo delle arti e della cultura è alla base per lo sviluppo e dell’evoluzione della società. La Donazzan si è cimentata in un altro tipo di spettacolo: la censura preventiva. Noi democratici vicentini siamo convinti che una istituzione culturale come il centro di produzione teatrale La Piccionaia sia una garanzia che vanta una proposta di alto profilo culturale e sociale. Per queste ragioni reputiamo ogni genere di censura pericolosa per la nostra comunità e ci batteremo in ogni modo a tutela della piena libertà dell’espressione artistica. In questo caso, come in ogni altro ci impegneremo a tutelare la libertà d’espressione”.