Oggi l’addio al professor Andolfato. Zen: “Ha trasmesso l’amore per la conoscenza”
Si tiene questo pomeriggio alle 15 nella Chiesa di San Francesco a Bassano del Grappa l’ultimo saluto a Vittorio Andolfato. 78 anni, professore di storia e filosofia al liceo Brocchi, premio “Cultura Città di Bassano” nel 2015, era malato da tempo. La scomparsa lo scorso 4 dicembre nella sua casa di via Sterni. Al suo fianco fino alla fine i parenti più stretti e i nipoti
“Profonda gratitudine per quanto ha saputo trasmettere a tutti noi nel corso della sua vita” è stata espressa dal sindaco di Bassano Elena Pavan, mentre per l’ex sindaco Riccardo Poletto, che gli consegnò il Premio Cultura nel gennaio 2015, è “una grande per tutta la nostra città”.
“Insegnante appassionato, educatore attento, conferenziere raffinato – era scritto nella motivazione del premio Cultura Città di Bassano – Vittorio Andolfato ha trasmesso ai suoi allievi l’amore per la conoscenza contribuendo a formare il pensiero e gli animi di generazioni di bassanesi ad un sapere aperto e libero. Cittadino moderno, curioso e attento, ha declinato il suo impegno civico in vari fronti, lungo le vie dell’integrazione con l’associazione Babele, e nel ricordo della Resistenza e dei valori fondamentali della Costituzione Italiana con l’associazione ’26 settembre’. Storico e filosofo, ha trasmesso a tutti noi il suo insegnamento più importante non in classe, ma con la sua vita: la cultura non si diffonde nella fragilità dell’apparenza, ma si testimonia con la forza della sostanza”.
“Ricordare pubblicamente Vittorio – sottolinea Gianni Zen, dirigente scolastico del “‘Brocchi’ – credo sia più di un atto dovuto, perché Vittorio, come lo sono stati e lo sono altri docenti-allievi, è stato un punto di riferimento nello stesso tempo culturale e pedagogico per tanti, per tutti. Sempre disponibile, sempre aperto, sempre disposto a riflettere assieme, a condurre un pezzo di strada della ricerca di senso e di valore”.
“Credo sia giusto che tutta la comunità del Brocchi – aggiunge Zen – saluti Vittorio in questo ultimo viaggio, sapendo della sua appartenenza, sempre vigile e disponibile, a questa nostra grande realtà, quasi la sua vera grande famiglia. Se non mi inganno sulle date, la nostra è stata la sua grande famiglia dal 1968 al 1996. E’ sempre stato un punto di riferimento certamente culturale: l’ampiezza e la profondità delle sua cultura erano evidenti a tutti. Ma è stato anche un riferimento etico: l’onestà intellettuale, il rigore scientifico, la cura della parola, del pensiero, del significato; l’attenzione all’alterità come valore.
Il preside del Brocchi ricorda anche il suo modo di fare scuola già dalla fine degli anni ’60: la lezione frontale come metodologia superata, a favore della lezione circolare, del confronto con e tra gli studenti; l’idea che l’insegnante non trasmette sapere agli studenti, ma lo costruisce insieme a loro; le lezioni che si sviluppavano a partire dalle domande e dalle considerazioni dei ragazzi; il sincerarsi che i ragazzi avessero imparato prima di procedere di un altro passo; l’adozione del peer tutoring ante litteram, aprendo la sua casa agli studenti perché studiassero insieme.