Massa Carrara, uccise la moglie, ferì l’amico e si suicidò: l’Inps chiede i soldi alle figlie
Sta suscitando sdegno e polemiche la notizia della richiesta di 124 mila euro avanzata dall’INPS, nei confronti di due ragazzine, divenute orfane per l’assassinio della madre a opera del padre poi suicidatosi. Sulla vicenda è addirittura intervenuto il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che ha chiamato la ministra del Lavoro Nunzia Catalfo per avere dei chiarimenti.
La cifra richiesta dall’Inps, è legata all’assassinio di Cristina Biagi nel 2013 e ora quel femminicidio di Marina di Massa (Massa-Carrara), torna alla ribalta dopo anni, per la richiesta dell’Inps quale risarcimento per un’altra vittima del caso, Salvatore Galdiero, l’uomo rimasto gravemente ferito dopo essere stato colpito con sei proiettili prima che l’ex marito di Cristina, Marco Loiola, sparasse anche alla donna di 38 anni per poi uccidersi. Ad occuparsi del rimborso per l’invalidità di Galdiero ora dovrebbero essere, secondo le regole dell’ente, le figlie di Cristina, minorenni ed orfane.
Una la situazione che ha richiamato l’attenzione di Teresa Bellanova, responsabile del dicastero dell’Agricoltura. Su Facebook la ministra ha lanciato un appello perché l’ente rinunci alla richiesta: ” Faccio appello al presidente dell’INPS, Pasquale Tridico. A Marina di Massa, nel 2013, Marco Loiola uccise l’ex moglie, ferì gravemente un uomo e si uccise. Quel terribile femminicidio risparmiò due vittime, le più fragili: le figlie della coppia. Oggi l’INPS chiede alle due ragazzine 124mila euro per pagare l’indennità di malattia e l’assegno di invalidità all’uomo ferito dalla furia omicida del padre”.
“Un atto legittimo – prosegue Bellanova – ma contrario a ogni buonsenso. Come Stato abbiamo il dovere di proteggere le vittime di femminicidio, non di vessarle. L’INPS rinunci al recupero coattivo di quelle somme, troviamo una soluzione a questo crudele paradosso. Quelle due giovanissime donne hanno già pagato un prezzo altissimo”.
In una nota l’istituto – che sottolinea di “essere stato finora vicino alla famiglia Biagi e continuerà ad esserlo” – afferma che la richiesta di risarcimento avanzata “che mira a recuperare le somme erogate a un’altra vittima di Marco Loiola, è legittima e vincolata, come riconosciuto dallo stesso avvocato della famiglia”.
E prosegue: “L’ufficio medico legale ha riconosciuto una prestazione invalidante e ha ritenuto sussistere un nesso di causalità fra le lesioni riportate dall’assicurato e il ferimento provocato dal Loiola, ex marito della compagna della vittima, per cui l’Inps è tenuto, ai sensi della normativa in vigore, a recuperare le somme”. Peraltro, continua l’Inps, “data la particolarità della vicenda sotto il profilo umano, nel 2017 la Sede di Massa Carrara, prima d’inviare una lettera finalizzata ad interrompere la prescrizione, ha avuto cura di contattare i destinatari della lettera, con l’impegno a non attivare per il momento alcuna azione legale per il recupero coattivo. Gli uffici di Massa hanno altresì supportato la famiglia per ogni prestazione Inps dovuta nel mese di ottobre 2019”, racconta l’istituto.
“Finora – spiega l’Inps – si è cercato di operare col massimo tatto e, come detto, si è preannunciata la lettera volta ad interrompere la prescrizione nelle more dell’individuazione di una soluzione che, nel rispetto della legalità, tenga conto della particolare situazione delle due eredi minorenni. Nei prossimi giorni la dirigenza e l’avvocatura locale riprenderanno i contatti con l’avvocato della famiglia per individuare una soluzione che contemperi la legalità e la situazione familiare”.
L’Inps “non ritiene invece di commentare le accuse mosse da un parente delle minori, nell’umana comprensione di un suo particolare stato d’animo”.
Una “richiesta legittima, anche se immorale – spiega Francesca Galloni, avvocato della famiglia Biagi -. Se Loiola fosse stato ancora in vita, ovviamente l’Inps avrebbe chiesto a lui la somma. La legge prevede che si rifaccia sulle eredi”. Le due ragazzine, dopo la morte dei genitori, hanno ereditato un immobile, la cui vendita tra l’altro non copre la cifra dovuta all’Inps e “una pensione che il nonno, loro tutore, mette da parte per il loro futuro”, spiega l’avvocato.