L’analisi dei dati dello smartphone porta dall’acquirente allo spacciatore: denunciato
Per ogni “cliente” affezionato al consumo di droghe leggere si può risalire al fornitore, o meglio noto come “pusher” nell’ambiente dello spaccio. Grazie ai dati telefonici ricavati dallo smartphone di un assuntore di marijuana fermato lo scorso ottobre a Piovene Rocchette, i carabinieri della stazione locale sono riusciti a risalire all’identità di quello che ad oggi risulta solo come presunto spacciatore – P.C., 22 anni, originario della Moldavia -, con chiari indizi di colpevolezza. La perquisizione presso la dimora di Piovene ha permesso di ritrovare sei dosi di sostanza stupefacente preconfezionata, oltre al consueto kit per la preparazione con tanto di duplice bilancino di precisione e grinder per la macinazione. Per il giovane straniero, da tempo residente in Altovicentino, è scattata la denuncia.
Le indagini dei militari dell’Arma erano state avviate lo scorso 13 ottobre, quando in paese un 26enne connazionale del “protagonista” della notizia attuale di cronaca era stato trovato in possesso di una quantità minima di droga leggera, vale a dire 1,1 grammi (D.M. le iniziali, classe ’93). Si trattava di un pregiudicato già da tempo tenuto d’occhio dalle forze dell’ordine, segnalato come assuntore in quell’occasione alla prefettura di Vicenza. Nelle vicinanze, quel giorno, si trovava anche il 22enne, circostanza che aveva fatto sorgere un sospetto mirato alla pattuglia impegnata nei controlli sul territorio.
A distanza di circa due mesi, grazie ai risultati ottenuti nelle attività investigative, con il supporto dei tecnici che hanno scandagliato telefonate e messaggi avvenuti tra i due moldavi, è stato autorizzato il blitz con la perquisizione domiciliate. In tutto 14,5 grammi di marijuana sono stati sequestrati, quantità non ingente di per sè ma che per le modalità di confezionamento costituiscono una pesante prova di colpevolezza a suo carico in vista del processo.