Onu: per Guterres sui migranti Italia non sostenuta, ma un report accusa il nostro Paese
Sull’emergenza migratoria “gli Stati mediterranei come Italia e Grecia hanno diritto a solidarietà e supporto dal resto della Ue, ma finora non li abbiamo visti pienamente materializzati”. Così il Segretario generale Onu al Senato António Guterres, facendo appello ad un’Europa forte, ambiziosa e unita.
E sulla questione migranti è tornato anche Papa Francesco: “La risposta alla sfida posta dalle migrazioni contemporanee si può riassumere in quattro verbi: accogliere, proteggere, promuovere e integrare” così Bergoglio in un tweet in occasione della Giornata internazionale dei migranti.
Intanto però un report accusa l’Italia per il respingimento illegale dei 93 migranti salvati dal mercantile Nivin e riportati in Libia con la forza il 7 novembre del 2018.
I migranti, secondo il rapporto, si rifiutarono di sbarcare dal mercantile, fino a quando non furono costretti “violentemente” a scendere dalla nave dalle forze di sicurezza libiche. I migranti vennero poi riportati nei centri di detenzione e furono soggetti a “forme multiple di maltrattamenti, compresa la tortura”.
L’operazione, afferma il rapporto di Forensic Oceanography, venne “coordinata” dalla Guardia Costiera libica che era “in comunicazione” con una nave della Marina italiana ormeggiata a Tripoli. “Questa nuova strategia è stata implementata dall’Italia, in collaborazione con la Guardia Costiera libica, a partire dall’estate del 2018, come nuova modalità di salvataggio per delega, per mantenere il controllo dei confini e allo scopo di contenere i movimenti di migranti che dal sud del mondo cercano di raggiungere l’Europa”, si legge nel rapporto, che si basa sull’analisi dei dati disponibili e su varie testimonianze, tra le quali quelle dei migranti coinvolti.
“Sebbene gli attori coinvolti – afferma il rapporto in riferimento alla vicenda della Nivin – possano dare l’impressione di un coordinamento tra attori statali europei e la Guardia Costiera libica, il controllo e il coordinamento rimasero costantemente nelle mani di attori europei e in particolare italiani”.
Forensic Oceanography denuncia quindi che nel caso della Nivin e in altri casi documentati è stato “negato ai migranti che fuggivano dalla Libia il diritto di partire e chiedere protezione all’Italia”. Attraverso questa pratica, prosegue il rapporto, “l’Italia ha infranto i suoi obblighi di non respingimento, uno dei fondamenti del diritto internazionale in tema di rifugiati”.
In base a questo rapporto dunque, è stato presentato un ricorso alla Commissione Diritti Umani delle Nazioni Unite dal Global Legal Action Network, per conto di uno dei migranti fatti sbarcare “a forza” dalla Nivin quando essa approdò nel porto di Misurata.