Dj Fabo, assolto Marco Cappato: secondo i giudici non fu aiuto al suicidio
Era un’assoluzione quella che si attendeva per Marco Cappato e così è stato. esponente dei Radicali e dell’Associazione Luca Coscioni era imputato per aiuto al suicidio per aver accompagnato Fabiano Antoniani, alias dj Fabo, in una clinica svizzera a morire. Cappato è stato assolto “perché il fatto non sussiste”.
Nell’udienza il procuratore aggiunto Tiziana Siciliano era tornata a chiedere, come già fatto il 14 febbraio 2018, l’assoluzione dell’imputato. Alla fine dell’udienza ha aggiunto: “E’ una giornata storica e un grande risultato perché la decisione della Corte realizza pienamente il significato dell’articolo due della Costituzione che mette l’uomo al centro della vita sociale e non anche lo Stato. Ora è compito del legislatore colmare le lacune che ancora ci sono”.
Al processo, oltre a Cappato, presente anche la fidanzata di dj Fabo, Valeria Imbrugno: “Quello che posso dire è che Fabiano oggi, insieme a me, avrebbe festeggiato perché è una battaglia in cui credeva fin dall’inizio. E’ una battaglia per la libertà di tutti”, ha detto la donna, dopo l’assoluzione del leader radicale.
L’avvocato di Cappato “Ora legge in Parlamento”: “La strada che abbiamo intrapreso era giusta fin dall’inizio, grazie a Fabiano la Corte Costituzionale è intervenuta ed è arrivata l’assoluzione per Marco Cappato. Ci aspettiamo dal Parlamento una legge: il nostro lavoro continuerà fino a quando in Italia non saremo liberi fino alla fine”. Lo ha detto l’avvocato Filomena Gallo e segretario dell’associazione Luca Coscioni.
“La strada che abbiamo intrapreso era giusta fin da subito per i malati, per le scelte del fine vita che appartengono a ognuno di noi – ha aggiunto la Gallo -. Grazie a Fabiano l’Italia ha conosciuto la vita di chi vorrebbe decidere nel proprio Paese e non può farlo”.
Marco Cappato, prima che i giudici si ritirassero in camera di consiglio, ha fatto una dichiarazione spontanea: “In piena sintonia e assonanza con le motivazioni che avete prospettato rimettendovi alla Corte Costituzionale la mia è una motivazione di libertà, di diritto alla autodeterminazione individuale, naturalmente all’interno di determinate condizioni, è per questo che ho aiutato Fabiano”.