Ragazze travolte a Roma, morte sul colpo: l’investitore aveva bevuto e assunto droghe
E’ iscritto nel registro degli indagati, in attesa della decisione di provvedimenti più severi, Pietro Genovese, il ventenne che sabato notte, al volante della sua auto, ha travolto e ucciso le due adolescenti romane Gaia Von Freymann e Camilla Romagnoli su corso Francia. Il figlio del noto regista, accusato di duplice omicidio stradale, non ha superato i test di alcol e droga.
Il suo tasso alcolemico è risulto di 1.4, mentre il limite consentito è di 0,5 g/litro e di 0 g/litro per i neopatentati. Anche il test della cocaina e quello della cannabis sono risultati positivi.
Con il passare delle ore la dinamica della tragedia ha preso forma: Gaia e Camilla, sabato notte, hanno attraversato corso Francia (uno stradone a scorrimento veloce nel cuore di Roma nord), fuori dalle strisce pedonali e a semaforo verde per gli automobilisti.
Il suv Renault Koleos di Pietro Genovese arrivava a 80 km orari. “Non mi sono proprio accorto di loro, non le ho viste”, ha dichiarato al pm il giovane che si è subito fermato per prestare soccorso.
Ma per le due giovani ormai non c’era più nulla da fare. Come emerso dall’autopsia le due giovani sono morte sul colpo, per lo sfondamento della scatola cranica causato dall’impatto con l’auto guidata da Pietro Genovese. Sul corpo sono state trovate altre fratture ma non segni di trascinamento il che farebbe supporre che le due ragazze, non sarebbero state colpite da altre auto.
“La velocità è stata calcolata sulla base del ritrovamento dei corpi delle due vittime sull’asfalto”, si legge nella relazione della Municipale. Le due sedicenni vengono travolte e l’impatto le sbalza una a 20 metri e l’altra a 25 dal punto in cui si trovavano per attraversare. Se fosse andato più veloce i corpi delle giovani sarebbero finiti prima sul cofano, poi sul tettino e infine sull’asfalto.
Al giovane era stata sospesa per 15 giorni la patente lo scorso ottobre: per un cumulo punti che aveva sommato (in negativo) con comportamenti alla guida poco corretti: multe per eccesso di velocità, sorpassi quando non era consentito, soste selvagge. Era anche segnalato come “assuntore” di droghe leggere: per tre volte era stato fermato, nel 2016, 2017 e 2019 dalle forze dell’ordine che lo avevano trovato con piccoli quantitativi di stupefacenti per uso personale, durante controlli avvenuti mentre era in strada a piedi. Sabato scorso però le negligenze stradali si sono sommate al consumo di droga. Un mix che ha generato una tragedia indelebile.
Per gli amici “è stato sfortunato”: il giovane, che era stato a una cena con amici, era diretto a una festa nel quartiere Flaminio della Capitale. E’ stato trovato positivo ad alcol e stupefacenti. E ora rischia fino a 18 anni di carcere per il doppio omicidio stradale. Gli amici affermano che “Pietro è un ragazzo molto intelligente, molto in gamba ed esperto di musica elettronica.
“Voglio giustizia, non vendetta” ha detto la mamma di Camilla al suo legale, l’avvocato Cesare Piraino. “Sono distrutti – ha dichiarato il penalista – . Una famiglia unita, colpita in modo tragico da questa vicenda”. Così come la famiglia di Gaia e quella di Pietro, il cui padre ieri si è detto affranto per la morte delle ragazze, prima ancora che preoccupato per le sorti giudiziarie del figlio.
Ieri inoltre la mamma di Gaia ha lanciato un appello a chiunque avesse trovato l’iPhone con la cover rossa della figlia, a consegnarlo alle forze dell’ordine.