Cena con delitto – Knives Out: un cast carismatico per un film scoppiettante
REGIA: Rian Johnson ● CAST: Daniel Craig, Ana de Armas, Chris Evans, Jamie Lee Curtis, Michael Shannon, Don Johnson, Toni Collette, Christopher Plummer, Lakeith Stanfield, Katherine Langford, Jaeden Martell, Riki Lindhome, Frank Oz, M. Emmet Walsh, Raúl Castillo, Noah Segan, K Callan, Shyrley Rodriguez, Edi Patterson, Marlene Forte, Kerry Frances, Gary Tanguay, Octavia Chavez-Richmond, Joseph Gordon-Levitt ● GENERE: giallo, commedia, thriller ● DURATA: 130 minuti ● DATA DI USCITA: 5 dicembre 2019 (Italia)
“IO SOSPETTO SI TRATTI DI OMICIDIO … E NON HO ELIMINATO NESSUN SOSPETTATO”
Cena con delitto – Knives Out del 2019 per la regia di Rian Johnson.
Storia: Dopo la fine dei festeggiamenti del suo ottantacinquesimo compleanno, il famoso romanziere poliziesco Harlan Thrombey viene trovato morto nella sua tenuta di campagna. L’apparenza suggerirebbe un suicidio, eppure il curioso detective Benoit Blanc è stato misteriosamente arruolato per indagare sulla morte dello scrittore. Dalla famiglia disfunzionale di Harlan al suo devoto staff, tra cui l’assistente infermiera Martha Cabrera, Blanc si troverà ad indagare tra bugie egoistiche e fatti incerti per scoprire la verità.
Non è solo un mistero selvaggiamente divertente l’ultimo lavoro diretto da Rian Johnson, ma un minaccioso commento sociale sullo stile di vita della classe alto-borghese americana. Grandi scrittori di gialli, nel corso della storia, hanno sezionato questo corpo sociale in modi tanto diversi quanto appetibili per un pubblico in cerca di evasione e qui il regista lo fa chiaramente usando una struttura narrativa misteriosa ed al contempo divertente.
Diretto da un cast selvaggiamente carismatico che ha elevato notevolmente l’interesse per un film di questo genere, con un Daniel Craig che viene quasi tenuto nascosto, ma che spicca per quel suo ego sovradimensionato rendendo il personaggio un chiaro riferimento allo stimato Hercule Poirot, ma senza diventarne necessariamente una caricatura e questo ha permesso, grazie al lavoro di Craig, di portare in scena un personaggio fresco e con un suo particolare tipo di fascino che esploderà soprattutto nell’ultima parte del film.
A parte Daniel Craig e Ana de Armas che è il vero cuore del film, con tutte le tematiche che si collegano al personaggio che lei interpreta, il resto del cast si va inevitabilmente e modicamente a perdere, ma ho apprezzato la capacità di Johnson di non trascurare i particolari ed in un film corale come è Cena con delitto – Knives Out ogni personaggio occupa uno spazio preciso ma al contempo incerto che si chiarirà e diventerà rivelatore negli ultimi colpi che la storia assesterà allo spettatore. Di più non dico.
Oltre al vasto cast ed alla splendida storia, il film scoppietta visivamente grazie alla fotografia di Steve Yedlin, storico collaboratore di Johnson, ed alle ambientazioni elaborate da David Crank e Jeremy Woodward, che insieme alla costumista Jenny Eagan sono riusciti a caratterizzare splendidamente i personaggi ed a posizionarli perfettamente all’interno della narrazione visiva e a donare un’energia favolosa all’intera pellicola, senza rendere il tutto troppo appariscente o “deconcentrativo” per lo spettatore. Fra parentesi particolarmente apprezzabile la citazione a Il Trono di Spade.
La storia racconta, attraverso una famiglia dell’alta società americana, le contraddizioni, gli egoismi ed i tradimenti di un mondo che pensa di reggersi sulle proprie gambe, quando in realtà è appoggiato totalmente sul lavoro di altri, in questo caso sul patrimonio dell’anziano scrittore Harlan Thormbey, interpretato da un ancora in gambissima Christopher Plummer, che descrive quella parte di mondo dove il lavoro aveva un senso in funzione del godimento che se ne traeva e non del guadagno che se ne ricavava e che mette in luce quella generazione cresciuta sui risparmi dei genitori che non hanno saputo far altro che vivere e sperperare quello che concretamente non si sono mai guadagnati.
Inoltre il personaggio di Martha Cabrera, interpretata da una bellissima ed incredibile Ana de Armas, che rivela la distanza e la malsana faciloneria con cui questo gruppo di persone trattano l’immigrato e l’immigrazione in senso lato e della distanza di sicurezza che si pone tra loro e il diverso, che avrà la giusta visibilità nel finale di questo bellissimo film, mettendola un po’ nel sedere a tutti questi cosiddetti benpensanti altezzosi.
Rian Johnson, dopo Star Wars – L’ultimo Jedi, si rivela essere nuovamente un regista promettente e si nota il suo grande amore per il genere. Un amore che non diventa autoreferenziale, ma lascia che la storia prenda vita e che il mistero si sviluppi senza frivolezze o qualche qui pro quo di circostanza.