Ex deputato pestato in piazza San Marco da giovani fascisti: Zaia, “fatto molto grave”
«E’ accaduto un fatto estremamente grave, anche perché sullo sfondo c’è l’antisemitismo e il revisionismo, contro cui combattiamo da anni in ogni modo e lanciamo costanti allarmi per la sua diffusione fra i giovani anche attraverso il web, e a pochi giorni dal 27 gennaio, quando saremo al Ghetto di Venezia per celebrare il ricordo della tragedia della shoah». Sono pesanti le parole pronunciate dal presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, dopo l’aggressione fascista subita dal coordinatore nazionale ed ex deputato di Articolo 1-Mdp Arturo Scotto in piazza San Marco a Venezia la notte dell’ultimo dell’anno.
«Esprimo solidarietà senza se e senza ma a Scotto a alla sua famiglia – prosegue Zaia – anche perché non è possibile che in una società civile, desiderosa solo di confronto democratico e civile, si debba assistere a rigurgiti ideologico e a violenze fisiche di questo genere. Chi muove le mani ha sempre torto».
A raccontare quanto accaduto è stato lo stesso parlamentare con un post su Facebook. «Un gruppetto di ragazzi – circa 8 – urlavano “duce tu scendi dalle stelle” e “Anna Frank l’abbiamo messa nel forno” immediatamente dietro di me. Mi sono girato verso di loro e ho detto di smetterla, ero spaventato per mia moglie e mio figlio quattordicenne. Hanno rincarato la dose urlando “duce duce” e ho ripetuto che era inaccettabile che in un giorno di festa dicessero quelle castronerie. Sono passati dalle parole ai fatti. Uno, due, tre cazzotti in faccia. Sangue dal naso ma per fortuna nessuna frattura. Un ragazzo di venti anni è intervenuto per sedare la rissa: pestato di brutto. Non so come si chiama, ma lo ringrazio per il coraggio. Gli aggressori si sono coperti il volto e poi si sono dileguati. Come dei vigliacchi. Stamattina mi sono tolto un peso e ho sporto denuncia all’arma dei carabinieri. Le forze dell’ordine e la magistratura si stanno adoperando per identificarli: piazza San Marco è una dei luoghi più controllati del mondo.
Li ringrazio davvero per il lavoro straordinario di queste ore. Bisogna smetterla di pensare che sono ragazzate. Sono piccoli squadristi che si fanno forza nella logica del branco. Una cosa di cui preoccuparsi seriamente. Il fascismo è nato così, esattamente all’alba degli anni venti del secolo scorso» scrive Scotto, che ha postato la foto della denuncia presentata ai carabinieri della stazione di San Marco.
La prima a reagire ai cori e a raccontare l’accaduto era stata la moglie, Elsa Bartholet, che qualche ora più tardi sui social ha anche poi spiegato: «Quello che più mi ha sconvolta non è tanto la violenza, visibilmente abituale per loro (va detto che i colpi non le ho preso io), ma i minuti prima, il canto su “Anna Frank finita nel forno”. Era appena passata la mezzanotte, eravamo tutti allegri in piazza, ci eravamo appena fatti i auguri. C’era questo gruppo dietro di me, per qualche instanti, prima di chieder loro di smettere di cantare, li ho guardati, ero come paralizzata, erano giovani, belli, ridevano, e cantavano l’indicibile. Era la prima volta che “la banalità del male” stava così davanti a me».
Solidarietà e vicinanza all’ex deputato e alla sua famiglia è stata espressa, oltre che da Zaia e dai compagni di partito e di area, anche dalla ministra dell’Interno Lamorgese per quella che ha definito una «gravissima e vile aggressione». «Condanno qualsiasi comportamento violento e rigurgito antisemita. Occorre agire con fermezza per contrastare e isolare tutte le manifestazioni di odio e razzismo ed estremismi. Mai tacere e denunciare sempre» ha concluso la ministra.
Il il consigliere regionale di Veneto 2020/Liberi e Uguali, Piero Ruzzante, ha depositato un’interrogazione per chiedere «cosa intende fare la Giunta regionale ai fini del contrasto a pratiche di stampo neofascista».