Inps, da gennaio controlli sui conti correnti di chi chiede prestazioni sociali
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Chi chiede l’Isee per ottenere prestazioni sociali da gennaio potrà usare la dichiarazione sostitutiva precompilata, ma potrebbe subire controlli non solo sul numero dei conti correnti ma anche sul saldo degli stessi. Lo riferisce l’Inps, precisando che sui dati autodichiarati relativi al patrimonio mobiliare viene effettuato un controllo automatico, sulla base dei dati contenuti nell’Archivio dei rapporti gestito dall’Agenzia delle Entrate.
Si tratta di un controllo che fino a questo momento riguardava soltanto la numerosità dei rapporti finanziari. Dal primo gennaio le verifiche riguardano invece anche i saldi e le giacenze. Sulla nota dell’Istituto di previdenza si legge infatti che il controllo del patrimonio mobiliare sia per la Dsu (dichiarazione sostitutiva unica) non precompilata che per quella precompilata (in caso di modifiche dei dati del patrimonio mobiliare precompilati) riguarderà le informazioni relative al saldo e alla giacenza dei rapporti posseduti.
Se dalla verifica su saldi e giacenze emergerà un valore del patrimonio complessivo del nucleo familiare non coerente con quello dichiarato, questa anomalia verrà riportata tra le annotazioni dell’Isee. Siccome la legge prevede una franchigia per il patrimonio (variabile dai 6 mila euro in su in base alla composizione del nucleo) l’annotazione potrà segnalare a seconda dei casi o il superamento della franchigia stessa oppure il fatto che l’importo effettivo risulta superiore a quello dichiarato per un importo pari o superiore a 5 mila euro. A questo punto il richiedente ha sostanzialmente tre possibilità: inoltrare lo stesso l’Isee fornendo però eventualmente la documentazione che dimostra la propria correttezza; oppure presentare una nuova Dsu rettificata; o ancora chiederne al Caf la rettifica, nel caso quest’ultimo abbia commesso un errore materiale.
Sempre dal primo gennaio, l’anno di riferimento per il patrimonio immobiliare non è più quello precedente ma quello ancora prima: dunque per le dichiarazioni del 2020 occorrerà fornire i dati del 2018.