Nuove voragini e frane sul cantiere Spv ai Cracchi. Guarda: “Abitanti lasciati soli”
Esposto al ministero dell’Ambiente Sergio Costa da parte della consigliera regionale Cristina Guarda sulla voragine che si è aperta a Cornedo Vicentino in località Cracchi dove è in costruzione un tratto della Superstrada Pedemontana Veneta.
«Temiamo che le tecniche costruttive usate siano inadeguate sia in termini ambientali (falda e terreno) che per la sicurezza delle famiglie – spiega Cristina Guarda che è già stata più volte in ricognizione sul territorio attraversato dal cantiere – in località Cracchi o Vallugana le persone che vivono e lavorano in zone che erano fino a pochi mesi fa dei piccoli paradisi con fossati e siepi a dividere i campi, ora vedono l’acqua sparire e i terreni abbassarsi e franare come nei casi documentati da me alla Regione ed al ministero. Chiedo che la Regione in quanto concedente non parli con la bocca del Consorzio Sis: è uno schema che abbiamo già visto con il Mose e sappiamo com’è finita».
Gli effetti collaterali dell’avanzamento dei cantieri per la consigliera regionale d’opposizione, mostrano effetti inquietanti, che documenta con foto e riprese dall’alto: si vede una immensa voragine che ha inghiottito una porzione di fossato classificato habitat 3260, e interessato parte del prato ricompreso nell’area. A pochi metri da essa, venerdì 17 gennaio 2020, è stata la stessa Consigliera con i cittadini locali a verificare un via vai di camion e una ruspa all’opera, senza che vi sia – per Guarda – ancora un progetto di ripristino approvato dalla Regione: “un obbligo poiché il tutto si trova all’interno della zona di conservazione speciale delle poscole identificata con codice IT3220039. È la seconda voragine che si apre nel sito rete natura 2000. L’area è anche sottoposta a vincolo paesaggistico perché compresa nella fascia di 150 metri dal torrente Poscola».
«Chi ha case ed attività produttive a Cornedo Vicentino vive ore di ansia – spiega Cristina Guarda – ed è lasciato solo dall’amministrazione regionale, che non li sta ascoltando. Ritengo urgente aprire un tavolo di confronto tra la Regione e la popolazione per capire il perché di questi danni e sapere se siano previsti azioni in tutela delle famiglie, per i danni che appaiono ormai inevitabili. Sono veneti che hanno il diritto di vedere tutelata una formula compensativa, visto che gli abitanti della zona del cantiere rischiano di subire danni ingenti a causa delle criticità che emergono nel proseguimento dei lavori. Con questi cedimenti, che anche se fossero di pochi centimetri, rischiano danni enormi le case e quindi le vite di chi ha sacrificato tutto per costruire un tetto per la propria famiglia, una stalla o una attività e rischia di vedere tutto compromesso da fornelli e cedimenti che si stanno mangiando i campi circostanti. Oltre al prezzo del biglietto di transito i veneti rischiano di pagare altri danni incalcolabili, molti, io credo, evitabili se solo si avesse l’umiltà minima richiesta a un politico: l’ascoltare e rispondere alle preoccupazioni di chi sul territorio vive, anche da generazioni».