Omicidio Barretta, fra un mese la sentenza. La procura chiede 30 anni di carcere
E’ attesa fra circa un mese la sentenza sull’uccisione di Anna Filomena Barretta, la cassiera di Marano Vicentino uccisa dal marito (e padre delle sue due figlie), la guardia giurata Angelo Lavarra (44 anni) che le sparò a bruciapelo nel loro appartamento in via Moro a Marano e poi per 24 ore occultò il cadavere simulando infine un suicidio.
La procura di Vicenza ha chiesto di condannare l’uomo, reo confesso, a 30 anni di reclusione.
Anna Filomena Baretta, allora 42enne, fu trovata morta il 20 novembre per un colpo di pistola. La coppia era in fase di separazione: il metronotte non avrebbe accettato la scelta della moglie e le avrebbe sparato per gelosia con la pistola di lavoro, nascondendo poi il corpo sotto il letto, ripulendo tutto e raccontando poi la mattina successiva ai carabinieri di aver sentito un colpo di pistola mentre riposava sul divano in soggiorno. Dopo pochi giorni, il 29 novembre, la svolta grazie alle indagini del nucleo investigativo di Vicenza, che si appoggiò anche ai riscontri dei Ris di Parma: l’autopsia confermò che era impossibile che la donna si fosse sparatas da sola e in più in casa erano state trovate tracce di sangue. Angelo Lavarro fu quindi arrestato con l’accusa di omicidio volontario.
L’uomo confessò però l’omicidio solo a distanza di parecchi mesi in carcere. La procura contesta a Lavarra anche alcune aggravanti. Di parere opposto la difesa, che ha tentato di dimostrare il contrario. Fra poche settimane, la sentenza di primo grado.
L’omicidio ha causato grande sconcerto nell’Alto Vicentino: il Comune di Marano Vicentino ha scelto di costituirsi parte civile nel processo e ha attivato uno “Sportello donna” dedicato proprio ad Anna Filomena, mentre l’associazione “Le Amiche di Anna” ha realizzato da allora numerose iniziative in particolare a sostegno delle due figlie della donna, ospiti fin quasi da subito di una famiglia affidataria.