Disperso sul Pasubio: le ricerche continuano dall’alto. Ieri il vertice in prefettura
Hanno partecipato anche i familiari più stretti di Daniele Mezzari, l’uomo di 42 anni scomparso sabato 25 gennaio sul massiccio del Pasubio – al vertice tenutosi ieri a Vicenza in Prefettura. Che hanno ringraziato ad uno ad uno i rappresentanti delle tante forze in campo nelle ricerche durate 8 giorni ininterrotti, a volte in condizioni estreme, e purtroppo finora senza esito. Vigili del fuoco, specialisti del soccorso alpino, membri della Protezione Civile, sanitari del 118, forze dell’ordine e chiunque altro abbia affrontato sentieri, vette e pendii innevati delle Piccole Dolomiti sulle tracce di Daniele.
Un “esercito” di almeno 100 persone alternatesi sulle montagne dell’Altovicentino e del Trentino poco oltre il confine tra le due regioni, su un un’area approssimativa di 100 chilometri quadrati. Il prefetto Signoriello, dopo aver fatto il punto della situazione, ha informato tutti i presenti che le ricerche continueranno, con modalità diverse, supportate da dispositivi tecnologici mirati: saranno affidate all’utilizzo di droni muniti di telecamere che andranno ad esplorare gli anfratti dove l’occhio umano non può arrivare.
Le ricerche proseguono dall’alto quindi, dopo aver preso coscienza che le squadre di volontari e soccorritori via terra hanno setacciato il territorio quanto possibile. A distanza di 10 giorni da quel sabato in cui il 42enne di Montecchio Maggiore parcheggiò la sua auto nei pressi di Rifugio Balasso, nessuna notizia nè alcuna traccia che abbia portato all’effettivo tragitto compiuto dall’escursionista, la cui sorte rimane avvolta nel mistero. E, purtroppo, segnata dal trascorrere dei giorni nel gelo dell’inverno tra Valli del Pasubio e un luogo ad oggi sconosciuto dove trovare risposte.