Decoratore e maestro di sci muore 20 giorni dopo l’incidente in Altopiano. “Ciao Gianni”
Da quel terribile sabato in cui doveva salire sulle nevi dell’Altopiano per incontrare gli allievi della scuola sci non era più tornato nella sua casa di Bassano, ma era rimasto immobile a lottare per sopravvivere su un letto di terapia intensiva. A distanza di circa 20 giorni si è spento Giovanni “Gianni” Caldana, maestro di sci di 67 anni che quel giorno era atteso in Val Formica, ma la cui vita di fatto si è improvvisamente interrotta nello scontro con un masso a bordo strada, nei pressi di località Campomezzavia in territorio di Asiago.
La notizia della morte del bassanese, avvenuta mercoledì nel polo sanitario del capoluogo berico in seguito a un peggioramento repentino dello stato di salute, ha suscitato un profondo quanto diffuso cordoglio. Non solo nella città del Ponte Vecchio ma anche in tutto l’Altopiano dei Sette Comuni, dove Caldana era conosciuto in virtù dell’attività di insegnante di sport invernali ma anche in quanto originario di Conco, uno dei paesi che compongono la reggenza. Artigiano decoratore di professione, spendeva buona parte del suo tempo libero nella montagne che lo aveva cresciuto da bambino, svolgendo con passione e competenza l’incarico sugli sci, ambiente dove era apprezzato per l’abilità e il carattere socievole.
Il fatto di cronaca, che si può ora purtroppo definire come tragico, risale alla prima mattinata di sabato 25 gennaio. Caldana stava salendo in Altopiano da Bassano poco dopo le 8, diretto alla stazione sciistica di Cima Larici e atteso dagli allievi del giorno, quando per cause ancora senza spiegazioni certe la sua auto è uscita di strada, andando a infrangersi con sull’ostacolo, un grosso masso, a bordo della carreggiata della strada conosciuto anche come “della Fratellanza”, alle porte di Asiago. Un impatto non così violento, probabilmente, da metterlo in pericolo di vita.
Si sospetta che all’origine dell’improvvisa sbandata ci possa essere stato un malore improvviso accusato dal 67enne. Esclusa l’ipotesi del fondo stradale scivoloso – la strada era pulita e il tratto non particolarmente pericoloso -, rimangono in piedi le altre possibili cause della disgrazia concretizzatasi a distanza di venti giorni di stato di coma: un colpo di sonno, una distrazione o l’attraversamento di un animale selvatico.
Le condizioni di salute della vittima dell’incidente sarebbero precipitate con il trascorrere delle ore. In seguito all’incidente l’uomo non sembrava aver riportato danni irreparabili, ma i medici dell’ospedale di Asiago avevano riscontrato delle anomalie, consigliando il trasferimento in eliambulanza al S. Bortolo di Vicenza. Le cure nel reparto di rianimazione, dove il maestro di sci è spirato, non hanno portato l’esito sperato. Al suo capezzale i tre figli adulti e la moglie, che hanno a lungo atteso buone nuove purtroppo mai giunte, visto l’evolversi e le complicazioni che hanno portato alla morte il congiunto. La date delle esequie è stata resa nota stamane: la celebrazione solenne si terrò martedì 18 febbraio alle 15.30, nella chiesa di Santa Croce a Bassano del Grappa.
Poi sarà la volta del triste addio con il rito religioso e la sepoltura, accantonando in segno di rispetto i tanti dubbi sulla tragedia in questi giorni di lutto per la famiglia e i tanti amici di “Gianni”, così ricordato sul portale web della Scuola Sci Larici Val Formica:
“Ciao Gianni, ci resteranno il tuo sorriso e la tua autentica Amicizia”.