Viaggio nel Tempo – Nuova tracciatura alpinistica sul monte Carega
Nuova tracciatura di ghiaccio e terreno misto sul monte Carega. Si chiama Viaggio nel Tempo, ed è un itinerario alpinistico invernale di notevole sviluppo, il più lungo del gruppo del Carega, che dalla base della Guglia del Rifugio porta direttamente a cima Tre Croci. Tracciato da M. Stefani e M. Rini lo scorso gennaio, è adatto agli amanti dell’alpinismo invernale, capaci di districarsi senza problemi in sezioni di arrampicata e processione su ghiaccio.
VIAGGIO NEL TEMPO – Cima Tre Croci (Piccole Dolomiti), 1939m, parete NNE
DIFFICOLTA’: max M4+, IV, 80° *
SVILUPPO: 950 m circa
ESPOSIZIONE: Nord/Est
MATERIALE: N.D.A. + una serie completa di friend, 2 corde da 60 m, 2 piccozze e una scelta di chiodi
*Le difficoltà si riferiscono alle condizioni di scarso innevamento trovate durante la salita.
Con maggior innevamento sicuramente molti tratti risultano più facili.
NOTE:
Itinerario alpinistico invernale di notevole sviluppo che dalla base della Guglia del Rifugio porta direttamente a cima Tre Croci, seguendo un percorso logico lungo i punti vulnerabili della parete. L’ambiente è selvaggio e a affascinante. Alcuni tratti delle prime lunghezze sono in comune con la via tracciata da N. Ceron, L. Pitassi e L. Garbin nell’ agosto 1956 (LAV ’56 p. 164). L’uscita in vetta avviene invece seguendo la cresta finale dei Vaji Fornasa e Paradiso (”Percorsi Alpinistici Invernali Zevola-Tre Croci-Plische-Carega”, T. Bellò, p. 89). Nonostante le difficoltà non siano tecnicamente troppo elevate l’itinerario non va sottovalutato; lo sviluppo e l’impegno richiesto impongono una buona preparazione alpinistica. In via sono stati lasciati alcuni chiodi e cordoni nei punti di sosta. M. Stefani e M. Rini il 06/01/2020 (dopo un precedente tentativo del 23/12/2019).
ACCESSO:
Dal rifugio Battisti portarsi alla base del pendio sottostante all’evidente grande colatoio che caratterizza la parete Est della Guglia del Rifugio / Tre Croci. (20/30min)
DESCRIZIONE DELLA SALITA:
L1: Risalire il facile pendio di neve fino alla base della parete dove si sosta (1 chiodo). 60m, 50°;
L2: Superare la prima fascia rocciosa con traverso ascendente verso destra fino a un esile cengia. Continuare in verticale puntando a un evidente caminetto che si supera direttamente fino al primo nevaio. Sosta (1 chiodo) alla base della seconda grande fascia rocciosa. 60 m di cui 35 m di misto, poi pendio a 40°/50°, 1 chiodo con cordone;
L3: Salire una serie di balze ghiacciate verso destra portandosi alla base di un pilastro roccioso con bella veduta sul caratteristico solco della storica Sandri-Fornasa, dove si sosta (mughi). 30 m, brevi passi di misto e 60°;
L4: Vincere direttamente il pilastro fino a una cengia posta sotto a dei grandi strapiombi gialli dove si sosta (grosso mugo+cordone). 30 m, tratto di misto poi tratto di IV, buone fessure per friend medio-piccoli;
L5: Traversare a sinistra (esposto) fino alla sosta (1 chiodo). 25 m, 1 clessidra con cordone, ottime fessure per friend medio-grandi;
L6: Continuare il traverso sotto una breve fascia strapiombante, in massima esposizione, fino a individuare la sosta (1 chiodo zincato). 25 m;
L7: Spostarsi poco a destra della sosta e vincere la placca esposta nel punto di minor resistenza fino ad entrare nell’evidente colatoio (rigole ghiacciate). Proseguire alcuni metri fino alla sosta sulla sinistra (1 chiodo+cordone+mugo). 30 m, tratto iniziale di misto verticale e difficile da integrare. Tiro chiave per esposizione e difficoltà.
L8: Proseguire lungo il bel colatoio ghiacciato fino a un caminetto che si supera direttamente e conduce a un ampio canale. Continuare ora su terreno più abbattuto fino all’evidente sosta sulla destra (2 chiodi+cordone). 40 m, 60°, passo di misto, poi facile canale a 40°/50°;
L9: Continuare lungo il canale, ora più verticale, superando alcuni brevi risalti ghiacciati, puntando a un caminetto posto sulla destra di grandi strapiombi gialli fino ad individuare la sosta (chiodo+cordone). 60 m, 50°, 60°, 70°, brevi passi di misto;
L10: Verticalmente sopra la sosta per il caminetto, traversare leggermente a sinistra e proseguire per una lingua di neve ascendente che porta alcune decine di metri sotto la cresta. Qui sostare (mugo). 30 m, (roccia delicata);
L11: Individuare un caminetto che solca la placca rocciosa, salirlo raggiungendo la cresta e sostare (grosso mugo). 30 m, passi di misto, qualche mugo scoperto;
L12: Proseguire per l’esile cresta aggirando sulla destra (facile ma esposto) due grandi pinnacoli fino alla base di uno sperone verticale solcato da una fessura lineare. Qui sostare (spuntone). 30 m;
L13: Superare lo sperone servendosi della bella fessura e proseguire per la cresta fino a un altro grande sperone roccioso che sbarra la via. Aggirarlo sulla sinistra con un delicato traverso e immettersi in un bel canale verticale (nascosto) che porta a un’esposta terrazza affacciata sul Vajo Paradiso, ai piedi di una parete gialla. Qui sostare (clessidra+cordone+mugo). 60 m, 15 m di IV, ottima fessura per friend medio-grandi, tratto di cresta e poi 70°e 80°;
L14: Aggirare la parete gialla verso sinistra per una decina di metri e guadagnarne la sommità tramite una breve placca fessurata. Da qui seguendo la cornice nevosa verso destra si perviene in un ampio canale nei pressi dell’uscita del Vajo Paradiso. Qui sostare (mugo+cordoni). 45 m, breve tratto di III/IV e 60° (possibile interrompere la salita calandosi
lungo il Vajo Paradiso);
L15: Proseguire per il pendio nevoso fino alla base del caratteristico pinnacolo posto al suo termine (Guglia Matteo). Un canalino roccioso conduce a pochi metri dalla cima di quest’ultimo. Sostare (spuntone+cordone) su di un terrazzino con grossi massi. 60 m, 50°/60° e brevi passi di misto;
L16: Scendere pochi metri fino a una forcellina a affacciata sul vajo Nord; traversare a sinistra e risalire il pendio fino a rimontare a destra sulla cresta rocciosa. Superare un altro pinnacolo roccioso fino ad un’altra forcellina con dei grossi massi caratterizzata da un particolare “ponte di roccia” sospeso. Qui si sosta (clessidra+cordone+maillon). 60 m, 70°/75°, passi di misto e passi III/IV;
L17: Aggirare l’ultimo pinnacolo scendendo per circa 15 metri lungo il verticale canalino sotto la sosta, quindi traversare a sinistra ed entrare in un bel canale che sbocca sul pendio finale. Possibile sosta su mugo. 20 m, 70°/80° e diedrino di III/IV da arrampicare in discesa (oppure calata di 20m circa in traverso da S 16)
L18: Proseguire per il canale che conduce al pendio finale. Possibile sosta (grosso mugo scoperto). 60 m, 60°, 70°, 50°;
L19: Facilmente tramite il bel pendio fino alla vetta. 200 m circa, 40°, 50°, 60°.
DISCESA:
Dalla cima scendere il pendio nevoso prima verso ovest e poi verso nord fino a raggiungere il Passo della Lora / Tre Croci. Per il comodo sentiero si ritorna quindi al Rifugio Battisti (50/60 min circa)
VAJO CON GUIDA ALPINA:
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