Trovate dal cane antiveleno Blaky tre “polpette” tossiche nei pressi dell’Ossario
La perlustrazione di un volontario, un addestratore di un’unità cinofila antiveleno, e del suo cane Blaky ha portato al ritrovamento di tre esche tossiche tra i boschi dell’Altopiano di Asiago, nei pressi di contrada Zocchi e quindi non lontano dalla zona dell’Ossario militare. Grazie al fiuto allenato del quadrupede la ricerca di oggi ha permesso di “disinnescare” tre polpette rotonde, del diametro 3/4 centimetri, con all’interno delle sostanze topicide o lumachicide granulari di colore azzurro che si trovano liberamente in commercio. Potenzialmente letali per qualsiasi animale se ingerite e metabolizzate e che avrebbero già provocato l’avvelenamento di alcuni cani di residenti e visitatori. Tra questi due sarebbero morti, secondo le indicazioni raccolte nei giorni scorsi.
La spedizione da parte di un volontario – Mirco Nicolazzo il suo nome, presidente di un’associazione che da una decina ormai addestra cani antiveleno, la Ucav Dog Angel con sede a Folgaria – si è protratta oggi a lungo, scandagliando sentieri, prati e boschi con l’incantevole panorama intorno, ma anche con il pericolo dei bocconi tossici in agguato. Con l’aiuto di alcuni residenti asiaghesi. Quattro sessioni da 40 minuti ciascuna in cui Blaky, un bellissimo esemplare di 10 anni incrocio tra un pastore nero e un siberian husky, ha fiutato gli alimenti-esca, segnalandoli al suo padrone che li ha prontamente rimossi.
I sospetti maturati nei giorni scorsi da parte di residenti ma anche di veterinari che hanno avuto in cura i poveri cuccioli avrebbero dunque trovato conferma, grazie all’operato dell’addestratore e del suo fido Blaky, in coppia. “Siamo stati contattati attraverso la nostra pagina Facebook da almeno 5-6 persone della zona – ci racconta -, che ci hanno chiesto di effettuare una spedizione di bonifica. Oggi abbiamo perlustrato una vasta area, trovando quei bocconi, senza ombra di dubbio depositati da mani esperte. Erano occultati sotto due dita di terreno, quindi invisibili agli occhi ma facili da individuare e disotterrare da un animale qualsiasi di bosco o anche domestico. Domani li metteremo a disposizione di forze dell’ordine e dei laboratori per farli analizzare”.
Si tratterebbe di polpette inodori per il fiuto umano, ma non ovviamente per quello di varie specie animali: delle vere e proprie trappole mortali. Secondo l’esperto salito in Altopiano non sarebbero delle polpette di carne, soggetta a putrefazione, ma di un altro impasto appetibile. E, vista la neve ormai disciolta nell’area montana da alcuni giorni, risalirebbero a circa una settimana fa. Ma si tratta di ipotesi di primo acchito che solo le dovute analisi potranno confermare. Gli avvistamenti di lupi fanno pensare che le esche fossero destinate proprio ai predatori che si muovono in branco nei boschi, ma anche in questo caso si tratta di supposizioni, per quanto verosimili.
Abbiamo chiesto a Mirco Nicolazzo alcuni consigli utili per chi si trovasse ad affrontare una situazione di pericolo o di emergenza con il proprio amico a quattro zampe. “I consigli più banali – spiega l’addestratore trentino – consistono nel tenere il cane sempre a guinzaglio e sotto controllo in ogni momento, nei sentieri e nei boschi, così come impongono peraltro le regole, e informarsi prima sulle zone che si intendono frequentare. Inoltre rivolgersi immediatamente a un veterinario qualora si presentino dei sintomi da intossicazione. Per chi è più esperto in caso si abbia sentore che sia stato ingerito qualcosa di anomalo, l’ideale è costringere l’animale a evacuare lo stomaco, a questo fine può essere utile avere con sè e utilizzarla in caso di bisogno una soluzione salina per far vomitare il cane in pericolo”.