Vajo Stretto – Monte Cornetto
Attraverso il Vajo Stretto passa una via ferrata, che al momento risulta chiusa da un’ordinanza comunale, perciò lo scopo di questo articolo non è invogliare il lettore ad affrontare questa salita, bensì metterlo a conoscenza di questo interessante angolo di Cornetto.
La prima discesa del vajo avvenne nel 1902, da parte del valligiano e guida alpina Vittorio Pozzer con O. De Pretto. Nel 1997 invece il percorso venne attrezzato con una scala e corde fisse d’acciaio in occasione del cinquantesimo della prima salita ad opera di tre forti alpinisti soci del Ges di Schio.
Il Vajo Stretto è ancora attrezzato, ma la salita deve essere ben valutata anche in base alle condizioni delle catene e degli ancoraggi in loco.
Già dal Passo Pian delle Fugazze si nota sul versante nord del Cornetto un profondo e verticale intaglio nella roccia, dove le pareti sono separate pochi metri l’una dall’altra.
Il vecchio sentiero parte nei pressi di Malga Cornetto, passando per il prato soprastante tra i massi di vecchie frane. Qualche bollo rosso aiuta chi non conosce bene la zona ad orientarsi meglio.
Dopo alcuni minuti ci si addentra in un bosco di faggi e si inizia a salire in direzione di un avancorpo roccioso. Seguendo le tracce di sentiero si aggira un pilastro di roccia e si giunge in circa mezz’ora ai piedi del vajo, che si erge sopra il sentiero con un alto salto di roccia; sopra si vedono le pareti che serrano il vajo al loro interno.
La via prosegue aggirando a destra il salto per facili roccette, mentre più a destra ancora le tracce di sentiero proseguono per il Boale dei Vaccari (segnalato in vernice rossa). Facendo attenzione si costeggia una paretina di roccia e si entra in un breve canale dove si trova la prima catena fissa che aiuta a superare un masso. Proseguendo si passa attraverso un pertugio tra le rocce per sbucare su una selletta, dalla quale ci si abbassa di poco per entrare nel Vajo Stretto.
Ora i Pilastri del Vajo Stretto, ovvero le due pareti di roccia laterali, sono davvero alte! Su quella di sinistra, lungo lo spigolo, si sviluppa una via d’arrampicata classica, lo Spigolo Noaro.
Da qui non resta che salire dritti lungo il vajo, destreggiandosi tra i massi con facili e divertenti passaggi d’arrampicata, stando attenti ai sassi che possono muoversi soprattutto se si è in compagnia.
A circa metà vajo si trova uno sbarramento di rocce che si supera con una scala d’acciaio verticale adesa a una parete del vajo. Appena sopra la scala c’è il passaggio più caratteristico del percorso: ci si infila all’interno di un buco tra i sassi incastrati, dopodichè si compie una spirale nel budello di roccia e si sbuca sopra al salto con l’aiuto delle catene.
Si prosegue poi per altre rocce e passaggi aiutati dalle catene fino all’uscita, la quale presenta una roccia molto friabile, dove è consigliabile tenersi alla catena. Si sbuca su un piccolo valloncello ghiaioso che si risale faticosamente fino alla Selletta dell’Emmele, dove si incontra l’omonimo sentiero.
Per salire alla cima del Cornetto basta continuare a salire, dopo circa mezz’ora si raggiunge la Forcella del Cornetto dove è presente la catena e si prosegue fino in vetta.
Per la discesa la via più veloce è attraverso il sentiero dell’Emmele, in alternativa si può scendere anche per la Selletta Nord Ovest o per il più selvaggio Boale dei Vaccari.
Ovviamente è preferibile salire d’estate, perché d’inverno molti punti sono resi insidiosi dalla neve soprattutto nei tratti più facili.