Via ferrata Anelli delle Anguane a Valdastico
L’ultima attrazione della Val d’Astico è la nuova Ferrata delle Anguane, della quale ne è stato realizzato un ultimo tratto alla fine dello scorso anno.
La via si sviluppa sopra l’abitato di San Pietro Valdastico, sulla parete del Sojo di Mezzogiorno; in realtà non è un percorso unico, bensì una rete di sentieri, tratti attrezzati e di ferrata, che lasciano la libertà di compiere un anello abbinando tratti a piacere.
Per questa ragione il luogo può essere visitato sia da escursionisti che possono camminare lungo i diversi “strodi”, sia dagli amanti delle ferrate che qui trovano percorsi che vanno dal facile dei traversi all’estremamente difficile con il nuovo “Salto dell’Anguana” con tratti strapiombanti e poveri di appigli.
Dal punto di vista naturalistico, i due aspetti più rimarchevoli sono sicuramente la grande lavagna di roccia del Sojo di Mezzogiorno che si staglia tra i boschi e la lunga cengia che taglia orizzontalmente la parte bassa della parete, nota come Scafa delle Anguane.
D’altro canto, quello che attira di più i ferratisti è il tipico passaggio del ponte tibetano sospeso a 50 metri d’altezza, che collega uno spuntone di roccia alla parete.
Come itinerari si possono compiere almeno sei percorsi diversi tra escursionistici e alpinistici che si possono facilmente consultare sul sito verticalastico.com o sulla bacheca presente all’inizio della salita.
Guardando la parete dal paese di San Pietro, sulla parete sono presenti quattro tratti verticali e due tratti orizzontali che li collegano. Il primo da destra è quello con il ponte tibetano, nel complesso difficile; proseguendo verso sinistra si trova il Salto dell’Anguana, salita estremamente difficile, con tratti strapiombanti e poveri di appigli, una staffa mobile sospesa, una scala inclinata e un piccolo ponte tibetano; segue poi una terza salita in obliquo anche questa molto difficile con un ultimo tratto su un bel diedro-camino.
La quarta verticale è facile con pochi tratti di parete.
Per quanto riguarda i due traversi, quello più basso è la cengia della Scafa delle Anguane mentre quello più alto unisce tratti di sentiero a tratti molto esposti sulla parete ma facili.
Un percorso che comprende i tratti di media difficoltà e più caratteristici è quello attraverso il sentiero S1, poi al primo tratto di ferrata si sale fino a un bel capitello con vista panoramica sul paese sottostante e la valle. Da qui si sale con il primo tratto verticale fino a un primo spuntone di roccia collegato alla parete principale dal ponte tibetano.
Attraversato il ponte, si prosegue in verticale su bella roccia con buoni appigli per le mani. Si raggiunge il punto più alto della ferrata, quindi si piega a sinistra per il traverso più alto. Si scende per sentiero S7 e quindi per brevi tratti di ferrata che non oppongono difficoltà di sorta.
Tornati alla base della parete, si prosegue per la bella cengia della Scafa delle Anguane che rende alcuni passaggi molto suggestivi.
Al termine del traverso si scende per un sentiero a piacere.
Volendo se si parte presto si riescono a concatenare altri sentieri e tratti di ferrata: si possono salire gli altri due tratti verticali più difficili se si ha una buona tecnica e forza di braccia.
Ovviamente come già raccomandato sul sito e in loco, chi si avventura su questi percorsi deve avere con sé il materiale da ferrata, quindi casco, imbrago e dissipatore. Essendo il luogo parecchio frequentato, bisogna porre attenzione in particolare a qualche possibile caduta di sassi. Facile è anche l’incontro con i camosci.
Dalla ferrata si ha una bella vista panoramica sulla Val d’Astico e più a nord sul Becco di Filadonna e il Cornetto di Folgaria, mentre di fronte alla parete, dall’altra parte della valle si erge lo Spitz di Tonezza.
Concludendo, sugli Anelli delle Anguane si trova la giusta dose di divertimento e di avventura che ne fanno una meta consigliata del vicentino e della Pedemontana Veneta; unica nota che stona un po’ è la gran quantità di acciaio che si incontra sulla parete, soprattutto in posti “poco logici” che certo, dal punto di vista della ferrata e del divertimento può anche essere ignorata, ma dal punto di vista del cercare di mantenere una pseudo-naturalità del luogo quest’ultima viene meno, dove qualcuno può pensare a un parco giochi per ferratisti.