Il dolore per la scomparsa di “Teo” unisce Altovicentino e Trevigiano. Aveva 45 anni
La morte prematura di un papà vicentino ha sconvolto almeno due comunità, distanti un centinaio di chilometri ma vicine nella condivisione del dolore e del lutto per la perdita di Matteo Battilotti. E i tantissimi appassionati runners, in particolare coloro che lo praticano scalando sentieri e vette nella specialità del trail. Si piange un uomo di 45 anni originario di Valdagno, padre di una figlia di soli 3, che il destino ha travolto mentre coccolava la sua bimba: Matteo, “Teo” per tutti gli amici, sabato si è accasciato al suolo nella casa di Volpago del Montello, nel Trevigiano, dove si era costruito una famiglia e un futuro tra mille sorrisi, spezzati improvvisamente e senza appello lo scorso week end. A strapparlo al suo piccolo dono di vita, proprio mentre stava giocando con lei, e alla compagna Valentina, sarebbe stato un drammatico malore.
Per l’agente di commercio vicentino non c’è stato nulla da fare: inutile la corsa dei sanitari del Suem 118, che hanno provato il tutto per tutto per far ripartire il suo cuore attraverso la rianimazione cardiopolmonare, purtroppo senza esito. E’ stato disposto l’esame autoptico per accertare le cause del decesso dell’uomo, che avrebbe compiuto 46 anni la prossima estate. L’ipotesi più probabile è l’infarto, subdolo e silenzioso quanto irreparabile. Una volta ricevuto il nulla osta si potranno celebrare le esequie, a Volpago, in forma privata salvo diverse disposizioni.
Matteo Battilotti da oltre 15 anni viveva a Treviso, come riporta la testata locale “Volpago Informa”. Lavorava come rappresentante di articoli di abbigliamento, calzature e in genere attrezzatura sportiva per il marchio Salomon. Ma non aveva mai smesso di frequentare l’Altovicentino, anche per il suo mestiere, non solo la vallata dell’Agno dove era cresciuto e dove tornava sovente per far visita ai genitori Piergianni e Adriana – che vivono a Cereda di Cornedo – e al fratello, coltivando anche rapporti di genuina amicizia tra i runners e gli appassionati di corse in montagna, collaborando a più eventi nel settore.
Una persona con una “carica” speciale, riconosciutagli da chiunque lo frequentava in ambito lavorativo e sportivo, come si evince dalle centinaia di commenti che si susseguono nel web. Matteo era anche un appassionato anche di snowboard, di montagna e di neve di conseguenza, e moto Harley Davidson, oltre che cultore di musica rock. Un testimone, insomma, della sua generazione. A ricordarlo, tra i tanti in questi giorni, l’assessore allo Sport scledense Aldo Munarini e gli organizzatori della Schio City Jungle: “Piangiamo una persona speciale – si legge nella pagina Fb dell’evento annuale – e un amico sincero. Ti dobbiamo tanto, tantissimo, buon viaggio Teo”. Non si contano, poi, i centinaia di post di affetto e nostalgia sul suo profilo, segno postumo di quanto questo giovane papà abbia seminato nel corso della sua esistenza, tra esuberanza, spontaneità e voglia di sorridere.