Covid-19, da Schio a Vicenza appello di sindaci e Ulss contro le notizie false
Non c’è solo l’allarme Coronavirus ma anche quello per la diffusione di notizie false e allarmistiche, che non solo seminano il panico, ma che per essere contrastate tolgono energie, tempo e attenzione degli enti pubblici dall’emergenza che stanno affrontando per tutelare tutti i cittadini.
Ne sa qualcosa il sindaco di Schio Valter Orsi, che ieri sera è stato costretto a pubblicare su Facebook un video di smentite rispetto ad una notizia che girava di telefono in telefono e che annunciava un’azione di disinfestazione notturna con gli elicotteri in tutta la città. “L’ultima cosa di cui abbiamo bisogno – afferma Orsi – sono imbecilli che vogliono diffondere il panico: questi devono essere perseguiti. Vi chiedo di informarvi solo sui canali istituziionali”.
Pubblicato da Valter Orsi su Mercoledì 11 marzo 2020
Fra Longare e Vicenza, nei giorni scorsi, è bastato invece un post del tutto inventato pubblicato su un gruppo vicentino di Facebook, nel uale prealtro si citavano per cognome le persone interessate, per scatenare reazioni di vero e proprio panico, con tanti cittadini che da una parte hanno chiamato le autorità allarmati, dall’altro hanno condiviso il messaggio contribuendo a diffondere una notizia completamente falsa. Ancora l’altro ieri il sindaco di Longare Matteo Zennaro era stato costretto a diramare sui social una nota: “Sta circolando in rete un messaggio molto allarmistico circa un possibile contagio da Coronavirus alla proprietaria della tabaccheria/edicola di Debba con la ricerca della Polizia, attraverso le immagini delle telecamere, dei clienti. Mi sono confrontato anche con il Sindaco di Vicenza Francesco Rucco. La notizia della ricerca della Polizia non è veritiera. Abbiamo portato all’attenzione dell’autorità sanitaria la notizia e domani uscirà una nota in merito. Non c’è alcun motivo di preoccupazione o nesso di contagio. Se qualcuno dovesse manifestare i sintomi, segua le ormai note indicazioni. Per cortesia, contribuite nell’impegno a non diffondere notizie false ed a mantenere un comportamento responsabile.
Sulla stessa vicenda, stamane è intervenuta anche l’Ulss 8 Berica con una nota ufficiale. “Anche alla luce di questo increscioso episodio – vi è scritto – la Direzione invita a non considerare attendibili, e quindi a non condividere in alcun modo, notizie su presunti casi di coronavirus a meno che la fonte non sia riconoscibile e ufficiale (aziende socio-sanitarie, Comuni, Forze dell’Ordine) oppure testate giornalistiche di comprovata affidabilità. Si invita inoltre la popolazione ad avere fiducia nell’operato degli specialisti del Dipartimento di prevenzione, che dopo ogni caso di positività accertata esaminano scrupolosamente i contatti della persona per individuare e porre in sorveglianza domiciliare chi potenzialmente potrebbe avere contratto il virus. Un’attività, questa, che naturalmente non considera solo i contatti familiari ma se necessario anche quelli avuti per lavoro o per altre situazioni della vita quotidiana, in qualsiasi ambito territoriale”.
“Fin dall’inizio – scrive ancora l’Ulss 8 – di questa emergenza i sindaci con grande responsabilità e trasparenza stanno tenendo informata la popolazione sui nuovi casi, ma va precisato che la presenza di un caso in un Comune piuttosto che in un altro dal punto di vista epidemiologico ha un valore solo parziale, in quanto i contatti di un individuo possono essere molto vari. Pertanto le comunicazioni sulle positività riscontrate nei singoli Comuni vanno accolte con il giusto equilibrio, così come i residenti in Comuni dove al momento non sono state riscontrate delle positività non possono e non devono pensare che l’emergenza riguardi solo altri territori”.
“Una cosa – sottolinea il direttore generale dell’Ulss 8 Berica Giovanni Pavesi – devono sapere i cittadini: qualsiasi misura necessaria per contenere il contagio viene attuata tempestivamente e i cittadini con sospetto di positività prontamente contattati, pertanto non vi deve essere alcun timore circa casi sospetti non rintracciati”.