Coronavirus, in 7 giorni 43mila denunciati. Fontana: state a casa o regole più rigorose
“Dovete stare a casa”. A rinnovare l’appello è Attilio Fontana, il governatore della Regione più colpita dal coronavirus, la Lombardia. Un ennesimo invito al buon senso che arriva nelle stesse ore in cui il Viminale rende noto che un numero ancora elevato di cittadini continua a non rispettare le regole.
Bisognerà aspettare ancora qualche giorno per capire se le misure restrittive imposte dal governo abbiano fatto effetto. Nel frattempo, le forze dell’ordine sono costantemente al lavoro per effettuare i controlli: 8.089 le denunce registrate solo ieri. Il bilancio della prima settimana parla invece di un milione di persone controllate e 43mila denunciate. La grande maggioranza delle denunce riguarda cittadini che hanno infranto l’articolo 650 del Codice penale, non avendo rispettato un provvedimento dell’autorità: sono cioè stati trovati in giro senza motivazioni valide.
Attilio Fontana torna dunque ad ipotizzare misure più restrittive. “Tutti i giorni faccio questo appello: amici, lo sto dicendo in modo educato ma tra poco bisognerà cambiare il tono, se non lo capite con le buone: non dovete uscire, dovete stare in casa”, ha detto il governatore lombardo, facendo il punto sull’emergenza Covid-19 in una diretta Facebook. “Purtroppo – ha sottolineato – i numeri del contagio non si riducono, continuano ad essere saranno alti e tra poco non saremo in grado di dare una risposta a chi si ammala. Vi stiamo chiedendo un sacrificio per salvare le vite umane. Forse non lo avete ancora capito ma ogni uscita di casa è un rischio per voi e per gli altri. Se si dovesse andare avanti” con comportamenti errati “chiederemo al governo di emanare provvedimenti ancora più rigorosi”.
Anche la ministra dei trasporti Paola De Micheli non ha escluso che le misure verranno adottate anche dopo il 3 aprile: “Valuteremo nei prossimi giorni sulla base dei numeri”, ha detto ad Agorà. Sulla stessa lunghezza d’onda il ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora: “Credo che nelle prossime ore bisognerà prendere in considerazione la possibilità di porre il divieto completo di attività all’aperto” ha detto Spadafora, spiegando: “Abbiamo lasciato questa opportunità perché ce lo consigliava la comunità scientifica. Ma se l’appello di restare a casa non sarà ascoltato, saremo costretti a porre un divieto assoluto”.