Coronavirus, Gravina (Federcalcio): “Il taglio degli ingaggi non può essere un tabù”
A causa dell’emergenza coronavirus, tutto il calcio si è fermato, tutto lo sport si è fermato. E il conto finale sarà salato, salatissimo. A tal proposito, il presidente della Federcalcio Gabriele Gravina ha rilasciato dichiarazioni forti affermando che a pagare i danni economici dello stop del calcio, dovranno essere anche i giocatori con stipendi più ricchi: “Non può essere tabù l’idea di tagliare i compensi dei calciatori, ad alto livello. Deve prevalere in tutti lo spirito di solidarietà”.
La precisazione. E’ chiaro che il capo della Figc con queste parole non intendeva rivolgersi ai calciatori delle serie minori (B e C), ma ai tesserati della Serie A. Proprio quella Serie A ferma dallo scorso 9 marzo dopo la decisione del governo Conte, così come tutti gli altri campionati sportivi in Italia. Si attende la reazione dell’Associazione italiana calciatori, fino a oggi contraria alle ipotesi di taglio degli stipendi.
Alla luce della drammaticità del momento, è possibile infatti che i giocatori siano comunque disposti a intavolare una trattativa con la Federcalcio. Già ci sarebbero stati i primi contatti tra le parti: un confronto sul tema è già stato avviato infatti nei giorni scorsi tra i calciatori e la Lega di Serie A che rappresenta i club. La posizione delle società nel merito è chiara: nessuno, nella filiera del calcio, può pensare di sottrarsi alla necessità di partecipare alle perdite causate dallo stop delle attività agonistiche per ragioni di salute pubblica.
La questione calendario. L’obiettivo, nel frattempo, è tentare di riprendere campionati e coppe europee a partire dal 2 maggio. Su questo punto Gravina precisa: “Resta ferma la data del 30 giugno come limite massimo per l’assegnazione dei trofei. A indicare quel limite è stata la Uefa. Ma nel caso si dovesse slittare avanti di una settimana, necessariamente andremo a luglio”. Infine, il presidente della Federcalcio non chiude le porte all’ipotesi da lui stesso lanciata che, nell’impossibilità di giocare tutte le partite che mancano, i campionati possano essere decisi con la formula dei playoff. Purtroppo, alla luce dell’emergenza, si continua a navigare a vista.