Covid-19: il governo proroga tutti i blocchi almeno fino al 13 aprile
Chi sperava in un ritorno alla normalità almeno per poter festeggiare Pasqua e Pasquetta, meglio che si metta l’animo in pace. Il nuovo Dpcm annunciato dal premier Giuseppe Conte, proroga infatti tutti i blocchi, almeno fino al 13 aprile.
“Il numero dei morti è una ferita aperta. Non siamo nella condizione di poter allentare le misure restrittive, di poter alleviare i disagi e risparmiare i sacrifici a cui abbiamo sottoposto gli italiani”, ha detto il presidente del Consiglio
“Non siamo nella condizione di potervi dire che dal 14 aprile saremo liberi, ma siamo costantemente al lavoro con gli esperti per studiare l’allenamento delle misure in sicurezza”.
In Italia, secondo l’ultimo bollettino della Protezione Civile, sono 110.574 i casi totali di contagio, ma cala il numero delle vittime, che resta comunque alto ( 727, in totale hanno perso la vita 13.155 persone) e rallenta ancora il dato sui ricoveri in terapia intensiva.
Il premier Conte: dopo l’emergenza “ci saranno 2 fasi”. “Una fase 2 di convivenza con il virus ed una fase 3 di ripresa completa delle nostre vite e ritorno alla normalità”.
Il premier ha poi sottolineato: “C’è una sparuta minoranza di persone che non rispetta le regole: abbiamo disposto sanzioni severe e misure onerose. Non ci possiamo permettere – ha detto Conte – che l’irresponsabilità di alcuni rechino danni a tutti”.
Quindi Conte ha chiarito: “Nessun ok al passeggio coi bimbi, nulla cambia”. Il premier è infatti tornato sulla questione passeggiate. “Il ministro dell’Interno è stato molto chiaro: non cambia nulla, le regole sono quelle. Rimangono gli spostamenti consentiti solo per le specifiche ragioni già individuate”.
“Stop allenamenti per evitare pretese società”. Nel nuovo Dpcm, ha quindi spiegato Conte, si vietano gli allenamenti anche degli atleti professionisti “onde evitare che delle società sportive possano pretendere l’esecuzione di una prestazione sportiva anche nella forma di un allenamento. Ovviamente gli atleti non significa che non potranno piu’ allenarsi: non lo faranno in maniera collettiva ma individuale”.
Poi Conte torna su Eurobond e Mes: “Sono stato molto chiaro con i leader europei: visto che il dibattito e la discussione si concentrava sul Mes, ho detto che lo considero uno strumento assolutamente inadeguato per far fronte a questa emergenza. E’ uno strumento nato per shock asimmetrici mentre noi attraversiamo uno tsunami epocale. Ho detto ai colleghi: non mi riproponete questo Mes con queste regole”, ha ricordato il presidente del Consiglio.
“Se il Mes in prospettiva, senza le regole attuali, verrà snaturato e posto nell’ambito di un ampio pacchetto e senza condizionalità può essere uno strumento che ci offrirà una possibilità di mettere in piedi una strategia europea che ci consenta di poter dire che l’Europa c’è, sta dimostrando di essere un insieme coordinato e integrato di Stati che riescono a far fronte comune contro un nemico comune”.
“Non siamo ancora arrivati al cambiamento totale, ma il dibattito è vivace anche in Germania e Olanda, il filone dei Paesi rigoristi. Abbiamo già compiuto dei passi significativi rispetto posizioni iniziali”,
Ursula Von der Leyen: “Oggi l’Europa si mobilita al fianco dell’Italia”, ma va riconosciuto che nei primi giorni della crisi, di fronte al bisogno di una risposta comune, in troppi hanno pensato solo ai problemi di casa propria. La presidente della commissione Ue Ursula Von der Leyen in una lettera su Repubblica, fa il punto sugli ultimi interventi, ricordando fra l’altro lo strumento SURE per la salvaguardia dell’occupazione nei Paesi più colpiti. Quello passato, osserva, è stato un comportamento dannoso e che poteva essere evitato, ma ora l’Europa ha cambiato passo.