Il Vicenza piange Ezio Vendrame, “il George Best italiano”
Si è spento stamattina nella sua casa di Conegliano Veneto Ezio Vendrame, 72enne ex calciatore professionista che per tre anni aveva vestito anche la gloriosa maglia del Vicenza Calcio, tra il 1971 ed il 1974.
“Genio, icona e simbolo di un calcio che non esiste più. Considerava Vicenza la sua seconda casa e aveva sempre nel cuore i tifosi biancorossi che aveva conquistato e deliziato con le sue giocate, per tre stagioni in Serie A dal 1971 al 1974 – lo ricorda così il Vicenza in una nota – con la maglia biancorossa infatti registrò 46 presenze in campionato ed una rete siglata proprio in un derby contro l’Hellas Verona, nel quale fu mattatore perché oltre al gol, servì un assist e fu fermato solo dalla traversa che gli negò una storica doppietta. La nostra società si unisce al dolore per la scomparsa di Ezio e desidera esprimere ai suoi cari le più sentite condoglianze”.
Vendrame si è spento a causa di un tumore. Definito “il George Best italiano”, fu calciatore dal talento sopraffino, e dall’altrettanto indomabile carattere. Allenatore e scrittore una volta ritirato, il friulano di Casarsa Della Delizia fu un anticonformista, mai dentro gli schemi, irriverente e schietto. Scrisse “Se mi mandi in tribuna godo” nel 2002, un titolo che dice tutto sulla filosofia di vita di Vendrame. Da qualche anno aveva limitato al massimo i contatti con la gente, arrivando a dichiarare l’anno scorso “se devo parlare con degli imbecilli, preferisco morire di solitudine”.
Anche la Curva Sud Vicenza, che lo ha sempre avuto nel cuore, gli ha reso memoria. “Oggi è arrivata la triste notizia, che sta correndo veloce tra le persone che ti amavano o che, in qualche maniera, erano legate ed affezionate a te. Come i tuoi dibbling tra i difensori avversari, lasci tutti di stucco e senza parole ancora una volta – ha scritto la Curva – Ezio Vendrame, la “Vedetta”, un simbolo per tutti coloro che amano il vecchio calcio fatto di uomini. Un eroe per chi sogna ancora la genuinità dell’individuo al primo posto, contro lo sport dei venduti e dei mercenari. Giocatore, allenatore, scrittore, genio del calcio, eclettico e anticonformista che non si è mai tirato indietro nella sua sprezzante e volgare (ma adorabile) ironia”.