Coronavirus, inchiesta Rsa: Gdf negli uffici della Regione Lombardia per acquisizione documenti
All’indomani delle perquisizioni al Pio Albergo Trivulzio di Milano, il Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di finanza è arrivata anche negli uffici della Regione Lombardia e ha iniziato ad acquisire documenti e atti sulle morti sospette nelle case di riposo lombarde durante l’emergenza Coronavirus.
L’acquisizione punterebbe a raccogliere atti e altro materiale sulle direttive date dall’amministrazione regionale e dall’assessorato al Welfare guidato da Giulio Gallera. L’attività è diretta conseguenza di quella effettuata ieri. Le carte raccolte dovranno essere sottoposte alle verifiche incrociate degli investigatori. “Siamo impegnati a combattere il virus e a proteggere i lombardi, massima collaborazione verso chi svolge le indagini” scrive in una nota il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana.
Nel Pio Albergo Trivulzio le Fiamme Gialle hanno sequestrato centinaia di cartelle cliniche, sulla base di un decreto a carico del dg Giuseppe Calicchio e dell’ente. Sequestrati anche referti a partire da gennaio e un’importante quantità di atti, comprese le comunicazioni che ci sono state tra la struttura e la Regione Lombardia. Una perquisizione andata avanti per quasi 17 ore. Ora gli investigatori dovranno iniziare a visionare tutti i documenti, tra cui anche quelli sui tamponi, scarsi così come le mascherine, per un’analisi che potrà durare anche alcune settimane.
Nell’imputazione di poche righe del decreto a carico del direttore generale del Pat viene contestato all’indagato di non aver rispettato i protocolli sanitari di sicurezza e di aver così “messo in pericolo” la salute degli operatori e degli ospiti, nonché di aver causato con “negligenza, imprudenza ed imperizia” le morti degli anziani. Da qui le accuse di epidemia colposa ed omicidio colposo al dg, che è legale rappresentante dell’ente. L’ente stesso risponde per la legge sulla responsabilità amministrativa.
Oltre al direttore generale della Pio Albergo Trivulzio, Giuseppe Calicchio, risultano ora indagati anche i vertici delle altre strutture perquisite ieri in provincia di Milano.
E quasi un quinto le Residenze sanitarie assistite, controllate dai carabinieri del Nas dall’inizio dell’emergenza Coronavirus, presentano irregolarità sia nella gestione delle procedure che negli spazi da riservare agli ospiti positivi al Covid-19, oltre che alla formazione di operatori sanitari e alle dotazioni di protezione a loro dedicati. Le polemiche dopo l’apertura dell’indagine su oltre una dozzina di case di riposo in Lombardia rischiano di allargarsi su scala nazionale, considerando che i controlli dei carabinieri hanno rilevato situazioni di gravi carenze in diverse altre regioni.
Dopo i blitz del Nas, sono state chiuse 15 strutture, con gli anziani trasferiti in altri centri. Mentre 61 persone a vario titolo sono state denunciate. I casi più gravi sono stati riscontrati a Taranto, Campobasso, Perugia, Reggio Calabria, Napoli, Roma, Cosenza, Udine e Torino. Dall’inizio dell’anno, i carabinieri hanno controllato 918 case di riposo, con 183 risultate irregolari.