Al Cazzavillan uno studio internazionale sulla prevenzione dell’infarto

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Prende il via ufficialmente dall’ospedale di Arzignano un nuovo studio che potrebbe rappresentare una svolta nella prevenzione delle cardiopatie ischemiche e dell’infarto del miocardio: la Cardiologia del Cazzavillan è stata infatti il primo centro in Europa ad arruolare un paziente nell’ambito di un progetto di ricerca internazionale che vede impegnati ben 864 ospedali in tutto il mondo, di cui 260 in Europa.

Claudio Bilato, direttore dell’U.O.C. di Cardiologia di Arzignano, spiega così le finalità della ricerca: “Come noto la cardiopatia ischemica e l’infarto del miocardico rimangono la prima causa di morte nei paesi occidentali, inclusa l’Italia, nonostante i sorprendenti progressi nella diagnosi e nella terapia registrati negli ultimi anni.  L’ulteriore riduzione degli eventi passa attraverso una maggiore attenzione verso la prevenzione cardiovascolare, agendo sul controllo dei fattori di rischio già ben noti, come il fumo, l’ipertensione arteriosa, l’inattività fisica o ancora il livello di colesterolo. Negli ultimi tempi è però emerso un ulteriore fattore di rischio della malattia coronarica: la ‘lipoproteina (a)(si legge lipoproteina a piccolo, ndr.). Infatti i livelli di questa molecola nel sangue sono direttamente correlati con il rischio di infarto miocardico, di malattia cerebrovascolare, di arteriopatia periferica e, come dimostrato recentemente, nella valvulopatia aortica degenerativa”.

Fino a pochi mesi fa non esisteva alcuna terapia farmacologica che riducesse i livelli circolanti di lipoproteina (a) in maniera significativa, costringendo i pazienti con elevati valori e malattia coronarica conclamata a sottoporsi alla rimozione meccanica mediante aferesi ogni 10-15 giorni, ma recentemente  sono state sviluppate nuove terapie e proprio sulla loro efficacia verte lo studio condotto dal gruppo di lavoro interno alla Cardiologia di Arzignano, del quale insieme al dottor Bilato fanno parte le dottoresse Chiara Dalla Valle, Maria Rosaria Tenaglia, Giovanna Girardi e Anna Malva.

“Si tratta di ‘silenziatori genici’ – spiega il primario di Cardiologia – capaci di bloccare la produzione di una proteina specifica, nel caso in questione la produzione della lipoproteina (a). Il paziente che abbiamo arruolato per lo studio ha una storia clinica con infarti plurimi del miocardio e dunque rientra perfettamente nel profilo di pazienti oggetto di indagine”.
Va ricordato che la Cardiologia di Arzignano, già centro riconosciuto a livello nazionale nell’ambito della Cardiologia Metabolica e della Prevenzione Cardiovascolare, è da molti anni attiva in questo particolare campo di ricerca e da sempre coinvolta in studi sperimentali su farmaci innovativi per lo scompenso cardiaco e per il controllo dei livelli plasmatici di colesterolo e, ultimamente, della lipoproteina (a).

“Questo risultato conferma l’elevato standard qualitativo della Cardiologia dell’Ovest Vicentino – sottolinea Patrizia Simionato, direttore generale dell’Ulss 8 Berica -, dove vi è da sempre una particolare attenzione alla prevenzione degli eventi coronarici, in particolare per quanto riguarda i malati ad alto rischio cardiovascolare come quelli che hanno già subito un infarto. Questa particolare sensibilità guida sia l’attività assistenziale di ogni giorno, sia l’impegno nell’ambito della ricerca, con reciproci benefici e trasferimenti continui di esperienza tra l’attività clinica e quella scientifica”.