Giovane chef vicentino stroncato in casa da un malore. Aveva solo 30 anni
Ha lasciato nel dolore la compagna Eleonora, che nulla ha potuto fare per tenerlo in vita dopo che Franco Scarso, 30 anni appena, era caduto a terra esanime a causa di un improvviso malore. Un probabile quanto subdolo arresto cardiocircolatorio che lo ha steso in un attimo, lasciandolo senza respiro nel bagno della sua casa di Brendola, nella prima mattinata di ieri. Un giorno che era “nato” come tanti altri, in questo periodo di relativa chiusura forzata per il cuoco di professione, trasformatosi però in uno di quei drammi che lasciano solo domande senza risposta e tanto dolore.
L’apprezzato professionista della cucina era noto nell’ambiente, già ingaggiato in varie trattorie e ristoranti del capoluogo berico e delle vicinanzre, ma forte anche di esperienze recenti all’estero, di recente in Austria, dove aveva arricchito il suo bagaglio di chef prima del rientro a Vicenza. Tra i locali di ristorazione più conosciuti con cui aveva collaborato il Golf Club Colli Berici, Villa delle Rose e la Trattoria Leoncino.
Non ci sarebbero dubbi sulla morte naturale del giovane, anche se toccherà nelle prossime ore ai magistrati di turno del Tribunale di Vicenza stabilire se sarà necessario un approfondimento clinico, in altre parole l’autopsia sul corpo del 30enne. Un infarto senza avvisaglia alcuna avrebbe bloccato il cuore di Franco secondo il primo referto medico, sul quale si sono rivelate purtroppo vane le manovre di rianimazione prestata dagli operatori del Suem 118 con il supporto dei vigili del fuoco.
“Un fulmine a ciel sereno” si legge tra i post di cordoglio comparsi sui social nelle ore successive alla tragica scomparsa dell’apprezzato cuoco vicentino, che lascia la moglie e tanti amici e colleghi costernati. Ancora più toccanti alcuni versi scritti dalla moglie Eleonora: “Tu sei musica. Entri nell’anima. È stato un piacere essere tua moglie. Ciao marito”.
Venerdì alle 13.30 l’ultimo saluto presso la camera mortuaria dell’ospedale di Arzignano, nel rispetto delle normative di emergenza sanitaria. La salma sarà cremata per poi essere restituita ai famigliari.