Evasione fiscale totale per un triennio nel settore conciario: 800 mila euro “congelati”
Sequestrati circa 800 mila euro ad un imprenditore attivo del settore della concia nel distretto di Arzignano. Risulta indagato per il reato di evasione fiscale M.G., 50 anni, residente della città del Grifo che, secondo il fascicolo d’indagine presentato al Tribunale di Vicenza dalla guardia di finanza locale, avrebbe omesso di versare le imposte dovute nel triennio 2013-2015. A fronte di un giro d’affari dell’azienda di cui è amministratore di circa 4 milioni di euro di imponibile derivanti dal commercio delle pelli all’ingrosso.
Respinto il ricorso presentato dai legali dell’imprenditore conciario: si richiedeva la restituzione dei beni e il pieno possesso del patrimonio per un valore complessivo di 796.132 euro, sottoposto alla misura cautelare. Misura di “sequestro per equivalente” ritenuta quindi lecita, valida e congrua dalla sezione di riesame. Nello specifico si tratta di di due appartamenti residenziali con garage, uno ad Arzignano e l’altro in nota località di villeggiatura sul Lago di Garda, a Sirmione (Brescia), oltre a disponibilità finanziarie su conti correnti intestati all’indagato.
“Nel dicembre 2016 – recita la nota informativa dei finanzieri – a chiusura di una verifica fiscale nei confronti di una società a responsabilità limitata operante nel commercio all’ingrosso di cuoio e pelli gregge e lavorate, i finanzieri avevano segnalato
l’amministratore della stessa per fatti di rilevanza penale. La ricostruzione dei militari ha permesso di acclarare che M.G. avesse istituito la società per consentire l’evasione fiscale a terzi attraverso l’emissione di un cospicuo ammontare di fatture false con un imponibile di oltre 4 milioni di euro fra il 2013 ed il 2015. Nel corso dell’attività era emerso che la società non avesse mai versato imposte dal 2013, non avesse una sede effettiva o un magazzino, né mezzi per l’esercizio dell’attività imprenditoriale e, soprattutto, non avesse sostenuto acquisti tali da giustificare l’ammontare delle vendite”.
Inoltre, l’uomo avrebbe ostacolato le indagini della guardia di finanza occultando documenti amministrativo-fiscali, dichiarando alle autorità che gli stessi fossero custoditi all’estero, precisamente in Romania. Lo scopo, apparso evidente agli inquirenti, consisteva nello spargere fumo sulla ricostruzione delle vicende aziendali e l’individuazione dei beneficiari della frode messa in atto ai danno dell’erario con una certa astuzia ma anche secondo modalità da tempo note agli investigatori delle Fiamme Gialle.
L’ultimo tentativo “disperato” di mantenere in proprio possesso beni immobili, si è verificato dopo la verifica fiscale: l’imprenditore avrebbe intestato fittiziamente ogni fabbricato alla figlia minorenne, mantenendone così l’effettiva disponibilità diretta. Un “trust” secondo la terminologia in uso in ambito finanziario, che non è passato inosservato e che non ha impedito ai rappresentanti dello Stato di eseguire le disposizioni controfirmate dal giudici del Tribunale di Vicenza.