Fermati due sospetti dopo la rissa mortale. La vittima è stata scaricata agonizzante in strada
Sono bastate poche ore di indagini mirate per ricostruire un quadro più che plausibile di quanto accaduto lunedì sera ad Arzignano, nella zona sud di Villaggio Giardino. L’omicidio di Lakwinder Singh, 37enne di nazionalità indiana residente nella vallata in indirizzo non noto, è scaturito in seguito a una violenta lita tra (almeno) tre connazionali. Secondo indiscrezioni, il terzetto condivideva un “tetto” di fortuna ma di fatto si tratta di persone senza fissa dimora.
Un banale diverbio, per futili motivi come spesso accade quando come dal retroscena emergono bottiglie di alcol, sfociato in un pestaggio letale per la vittima. L’episodio risale alle 22 circa di lunedì sera, ma sembra ormai assodato che la furia cieca contro l’uomo malmenato sia avvenuta altrove rispetto alla strada dove è stato trovato – forse scaricato da un furgone o da un’auto -, all’angolo tra via Santo e via Alberti. A dare l’allarme un abitante dei paraggi che ha notato da casa una figura stesa sul ciglio della carreggiata.
L’ambulanza che ha raccolto il corpo straziato di botte di Singh ha impiegato appena un paio di minuti per raggiungere il pronto soccorso del vicino ospedale Cazzavillan, dove il 37enne è spirato nel corso della notte. Troppo gravi le lesioni interne riportate, oltre ai traumi al capo che hanno determinato il decesso. Subito avvertiti insieme ai soccorsi del Suem, i carabinieri della stazione locale si sono mossi per raccogliere indizi utili, con il supporto dei colleghi di compagnia di Valdagno e del nucleo investigativo.
Ieri mattina un sopralluogo congiunto sul luogo del delitto, o comunque l’unico noto dove Lakwinder Singh è stato soccorso, poi l’interrogatorio di due uomini posti in stato di fermo. Sono gli stessi sospettati che potrebbero divenire accusati formalmente, nell’arco delle prossime ore, dell’omicidio del connazionale. La conoscenza del territorio e di chi lo frequenta abitualmente, e la visione dei filmati di sorveglianza hanno permesso ai militari di rintracciare i presunti assassini di quello che era un amico. Lo avrebbero percosso senza pietà, in coppia, fino a lasciarlo esanime a terra, in una pozza di sangue, omettendo inoltre di soccorrerlo. Una dinamica certo da confermare dalle perizie tecniche ma che con il passare delle ore, ieri, si è arricchita di nuovi e solidi paletti che hanno tracciato i contorni della vicenda.
I carabinieri, per ora, hanno ritenuto di mantenere il riserbo sull’identità dei possibili responsabili, forse per evitare ritorsioni tra famiglie originarie dell’India anche se sembra escluso, all’indomani del delitto, che possa sussistere un legame concreto con la faida tra famiglie asiatiche nota nel’Ovest Vicentino. Ma anche questi nominativi verranno fuori nel momento in cui in Procura di Vicenza avverrà la trascrizione nel registro degli indagati. Il trascorrere di alcuni minuti prima dell’allarme giunto alla centrale del 118, potrebbe aver condannato definitivamente a morte il 37enne, che forse poteva ancora essere salvato.