Raid punitivo finito nel sangue: 4 arresti tra cui la vittima. Ancora piantonata in ospedale
Mentre dall’appartamento di Gambellara ancora si puliscono le tracce di sangue dalle pareti e dal pavimento, proseguono le indagini sulla violenta spedizione punitiva che ha visto 20 connazionali dell’India pestare a sangue un ragazzo di 19 anni, mentre un secondo (di 24) è sfuggito per un soffio saltando giù da una finestra di casa sua. Le cronache locali riportano dell’arresto decretato nei confronti di 4 dei protagonisti del fatto di cronaca accaduto in via Vignale tra sabato e domenica scorsi, intorno alle 2.30. Tra di loro, fattore che sorprende, anche le due stesse vittime dell’aggressione.
Il più giovane dei due si trova ancora in ospedale nel reparto di terapia intensiva, quindi piantonato dalle forze dell’ordine dopo l’ordine esecutivo proveniente dal Tribunale di Vicenza. In condizioni gravi dopo i colpi di machete e le sprangate inferte dal branco, ma fuori pericolo di vita.
I contorni della sanguinosa vicenda sono stati solo in parte chiariti, visto che non esiste ancora una versione ufficiale del movente che ha portato una ventina di indiani a mettere spalle al muro i due più giovani connazionali. Qualche sgarro imperdonabile all’interno della copiosa comunità asiatica presente nell’Ovest Vicentino, affari sporchi nell’abito del settore del volantinaggio porta a porta in cui molti tra loro sono impiegati, oppure un banale bisticcio passato che con il tempo si è trasformato in una guerra intestina. Tutte ipotesi al vaglio dei carabinieri, che al pari del pm berico Barbara De Munari vogliono far luce su un fatto di cronaca senza precedenti recenti dalle parti di Gambellara.
Il nome del 19enne ricoverato al San Bortolo è emerso nei giorni scorsi, citato dal Giornale di Vicenza. Si chiama Tapider Singh, e porta il cognome più diffuso all’interno dell’etnia tanto che l’amico che lo ospitava Inderjit Singh (24enne) e anche uno dei presunti assalitori (Baljit Singh) ora in manette risultano parzialmente omonimi, ma non legati da vincoli di parentela. I due giovani sono residenti entrambi a Gambellara, stranieri regolari in Italia. Per gli aggressori, sui quali sono in corso le procedure di identificazione di tutta la banda autrice del raid.
La violenza di gruppo costituirà un’aggravante nelle accuse di rapina – sarebbe stato rubato un monile d’oro di proprietà della madre del 24enne fuggito – e di estorsione secondo la ricostruzione dei fatti offerta dal quotidiano, ma si apriranno verosimilmente anche altri capi d’accusa legati alle lesioni personali se non il tentato omicidio. Inoltre, anche se in secondo piano, da annoverare anche i danneggiamenti a una Fiat Panda presa a “mazzate” dagli scatenati membri della spedizione in corso di identificazione.