Imu, in Giunta comunale approvata la proroga del pagamento al 30 settembre
Il tema dei tributi da versare agli enti locali approda in Giunta comunale, che decide di prorogare al 30 settembre 2020 il pagamento dell’Imu, vale a dire l’imposta municipale unica. Slitta così da inizio estate a inizio autunno tradizionale scadenza programmata, in virtù delle difficoltà di natura sociale ed economica dettate dai tre mesi di emergenza sanitaria alle spalle.
Come in altre città e paesi del Vicentino, anche ad Arzignano quindi sarà offerta la possibilità di provvedere con tre mesi di giustificato ritardo al versamento dell’imposta comunale. Una misura messa legittimamente in atto “dal Comune a sostegno dei cittadini per fronteggiare la situazione economica derivante dalle misure di contenimento del Covid-19”, come specificato in un comunicato diffuso alla stampa.
Ad annuncialo stamattina con i crismi dell’ufficialità il sindaco Alessia Bevilacqua, ricordando ai concittadini che l’Imu sulla prima casa è stato abolito. “Si tratta di un atto dovuto – ha commentato la prima cittadina dell’Ovest Vicentino – per venire incontro alle difficoltà di molti arzignanesi in questo periodo di emergenza”. Una condizione di necessità e di particolare gravità che ha concesso all’organo di governo cittadino il potere di assumere questa decisione.
Da registrare un’eccezione “alla regola”, riguardante il gettito riservato allo Stato sugli sugli immobili ad uso produttivo (classificati nel gruppo “D” per gli addetti ai lavori. Per il resto, ciascun contribuente potrà decidere se provvedere al pagamento dell’acconto secondo la scadenza originaria del 16 giugno 2020, oppure avvalersi della dilazione al 30 settembre.
“La decisione – si spiega nella nota di giunta – è stata presa dopo l’approvazione in Consiglio Comunale del Regolamento per l’applicazione della nuova Imu, ed in particolare l’art. 25 che prevede la possibilità, con apposita deliberazione della Giunta Comunale, di sospendere e differire i termini per i versamenti, quando si verificano gravi calamità naturali o particolari situazioni di disagio economico”.