Pfas e odori, opposizioni critiche con la Giunta: “Azione insufficiente e raffazzonata”
“Comunicazione ingannevole”, “mancano strategie di riduzione dell’impatto ambientale”, “per 8 anni non si è fatti nulla”. Sei consiglieri delle minoranze che siedono in consiglio comunale ad Arzignano si scagliano duramente contro la giunta di maggioranza guidata dal sindaco locale Alessia Bevilacqua, criticando anche la gestione precedente – affidata a Giorgio Gentilin – e l’attuale vicesindaco Enrico Marcigaglia sull’annoso tema ambientale delle sostanze perfluoroalchiliche, meglio note con l’acronimo Pfas, e su quello d’attualità dei limiti agli odori, legati all’utilizzo dell’acido solfidrico.
Firmatari di un documento di protesta consegnato agli organi di stampa locale sono i consiglieri eletti nelle liste di opposizione Michele Carlotto, Alessia Pasetto, Mattia Pieropan, Anna Sartori, Nicolò Sterle e Giuseppe Cazzola. Una nota congiunta elaborata che trae origine dall’ultima seduta-fiume dell’assemblea, dello scorso 30 luglio, conclusa tra le polemiche e con il punto “scoperto” dei limiti per le emissioni nell’aria di acido solfidrico introdotto last-minute attraverso la formula dell’emendamento, con le stesse minoranze a chiederne lo slittamento. E, ovviamente, a mal digerire il diniego.
Riceviamo e pubblichiamo integralmente il comunicato giunto in redazione, denso di interrogativi e di questioni sottoposti all’opinione pubblica. “Ci risiamo. Problemi ambientali irrisolti per anni sistemati con la solita comunicazione efficace, ma ingannevole di Enrico Marcigaglia, delegato alla comunicazione istituzionale del comune. Ricordate quando l’ex sindaco Gentilin e l’attuale vicesindaco minimizzavano il problema dei Pfas? Quando in Consiglio comunale ci dicevano che l’acqua del rubinetto è migliore rispetto a quella commerciale in bottiglietta? Se non lo ricordate, lo facciamo noi perché siamo di nuovo a questo punto. Il punto è che dal 2012 lo Stato ha lasciato il vuoto normativo sulle emissioni di acido solfidrico. Il punto è che il Sindaco, Gentilin prima, Bevilacqua poi, per legge garanti della salute dei cittadini, dell’ambiente di Arzignano, se ne occupano solo nello stato di emergenza. Manca un piano per farci vivere bene. Manca una strategia di riduzione degli impatti ambientali, manca il progetto di tutela dei cittadini.
Non pensiate che gli editti notturni, in barba alla democrazia e alla partecipazione, siano davvero efficaci (“Noi la conosciamo già, siamo la maggioranza” Enrico Marcigaglia, Consiglio comunale 30 luglio 2020). E chi si occupa del tema lo sa. Non pensiate che l’urgenza data da loro, portando il consiglio comunale a svolgersi per ore e ore inutilmente possa risolvere i problemi veri che la valle deve affrontare, con loro colpevole ritardo. Perché la domanda vera a cui non hanno risposto è perché ora? Se davvero era così urgente imporre i limiti, senza un piano organico di controllo e verifica, senza una strategia di miglioramento, perché dal 2012 al 2020, per 8 anni non è stato fatto niente? Perché per anni ci avete raccontato che l’acqua di Arzignano era perfetta e poi di punto in bianco avete iniziato a fare propaganda sulla salute dei nostri bambini, allarmando famiglie, genitori, mamme e papà che si sono trovati impossibilitati a capire cosa fare per tutelare la salute, loro e quella dei loro piccoli?
Perché nel luglio 2015 Renzo Marcigaglia, allora Presidente di Arica, ora Presidente di Acque del Chiampo, sempre padre del vicesindaco Enrico Marcigaglia, propose di ridurre ad 1/3 le sanzioni amministrative nei confronti della Miteni salvo poi cambiare rotta in campagna elettorale dando deleghe che durano il tempo di riprendersi la poltrona in comune e nelle partecipate? Rispondere a queste semplici domande è sufficiente per capire che l’azione amministrativa sulle tematiche ambientali è insufficiente e raffazzonata. Non discutiamo i limiti proposti dall’Oms, ci mancherebbe, ma le modalità di gestione dei problemi. Nessuna informazione alla minoranza, nessuna linea di valle, mancanza completa di coinvolgimento dei cittadini e delle categorie economiche interessate. In questo modo il problema rimane, ma si sono salvati la faccia. In questo modo si prendono i meriti di un’azione che, in concreto, non si sa a quali risvolti porti. Serve un cambio di passo, serve una visione del futuro ed un’idea forte per programmare il futuro di Arzignano e della Valle del Chiampo. Vogliamo fare la differenza fra chi amministra il quotidiano a botte di comunicati pieni di belle parole, ma privi di sostanza, e chi sente la necessità di fermarsi e condividere un progetto per il futuro che permetta ai nostri territori di rimanere sempre due passi avanti rispetto agli altri, ma soprattutto rispetto alle sfide ambientali che arriveranno. Perché non si obblighi più la popolazione a preoccuparsi per la propria salute quando il problema è già conclamato, perché ci sia sempre una priorità da parte della politica che non sia il marketing della domenica, ma una seria, responsabile e intelligente strategia di difesa e di prevenzione ambientale per garantire un futuro felice alle generazioni di domani”.