10 mila tonnellate di rifiuti illeciti fra la Campania e il nord Italia: arrestato un vicentino
Lambisce anche il vicentino la vasta operazione contro lo smaltimento illecito di rifiuti fra il Sud e il Nord Italia che ieri ha interessato la Lombardia, il Veneto, l’Emilia Romagna, la Toscana e la Campania. I carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di Milano (Noe) hanno eseguito ieri, su decisione del giudice per le indagini preliminari di Milano – e su richiesta della Direzione Distrettuale antimafia – 20 arresti (12 in carcere e 8 ai domiciliari) e un sequestro preventivo nei confronti di una ramificata organizzazione ritenuta responsabile di traffico illecito di rifiuti, realizzazione di discariche abusive e intestazione fittizia di beni. “Il problema dei rifiuti illeciti viene aggravato in Italia da due ragioni – spiega il comandante del Noe Maurizio Ferla – ossia da un lato la chiusura degli sbocchi di mercato nel sudest asiatico e dall’altra la totale insufficienza di gran parte delle regioni d’Italia nello smaltimento dei propri rifiuti all’interno del territorio regionale”.
L’organizzazione criminale sgominata è ritenuta responsabile dello smaltimento illecito di ben 10 tonnellate di rifiuti, provenienti dalla Campania e da vari impianti del Nord Italia. Un “giro d’affari” di oltre un milione di euro, incassati in pochi mesi con un vasto traffico illecito di rifiuti, provenienti in particolare dalla Campania e gestiti in discariche abusive in Lombardia e Veneto. A scoprirlo, con un blitz, i carabinieri del Noe di Milano, coordinati dai pm Donata Costa e Silvia Bonardi.
Fra gli arrestati, Gianantonio Meneghetti, 54enne di Lonigo (via San Micheli), che i carabinieri hanno motivo di ritenere fosse l’intermediario fra il sodalizio criminale e un capannone a Verona dove venivano stoccati rifiuti di tutti i tipi. Sarebbe stato infatti proprio Meneghetti a gestire abusivamente la discarica fino al settembre scorso, quando è stata sequestrata.
L’operazione di ieri è la prosecuzione di un’indagine che a febbraio aveva portato a 15 arresti e che era partita dall’incendio del deposito rifiuti di via Chiasserini a Milano del 14 ottobre dello scorso anno. Al centro dei traffici, hanno appurato i carabinieri del Noe, la Winsystem Group, una società a responsabilità limitata risultata detentrice e intermediaria nella gestione illecita dei rifiuti che venivano illegalmente stoccati in sette capannoni a Pontevico, Gessate, Torbole, Casaglia, Tabellano, Verona e Meleti, trasformati in discariche abusive e sequestrati negli ultimi mesi.
La società era amministrata da Massimo Sanfilippo: arrestato mesi fa, ha collaborato con i carabinieri fornendo informazioni utili che hanno portato agli arresti di oggi. Disposto anche il sequestro preventivo di quasi 400mila euro.
Secondo il Gip Giusy Barbara si trattava di una “organizzazione di tipo imprenditoriale, dedita in modo continuativo all’attività di cessione, ricezione, trasporto e stoccaggio di rifiuti”. Nell’ordinanza di custodia cautelare viene ricostruito il nuovo capitolo di un “articolato sistema criminale, che vede i produttori di rifiuti conferirli ad aziende (.) formalmente munite di autorizzazioni al loro trattamento, ma in realtà operanti in un regime di illegalità”. Tali società, secondo la ricostruzione del giudice, avrebbero “reperito, tramite intermediari, capannoni industriali”, poi “stipati di rifiuti senza alcuna autorizzazione (.) e precauzione per la salute e l’incolumità pubblica”. Inoltre, si legge nel provvedimento, la movimentazione dei rifiuti sarebbe stata “affidata a operai extracomunitari, assunti in nero e disponibili a svolgere l’attività illegale per un compenso orario modesto”. “La merda è diventata miniera”. “La merda è oro”: sono queste alcune delle frasi, intercettate dai carabinieri, che si scambiavano due degli arrestati.
“Gli indagati – ha aggiunto il gip Barbara – non hanno arrestato le loro condotte illecite neppure a fronte dei sequestri dei diversi siti utilizzati come discariche abusive. Le persone coinvolte, racconta il magistrato, sembrano “totalmente accecate dalla prospettiva di realizzare in tempi molto ristretti ingentissimi guadagni, che lo smaltimento dei rifiuti con modalità illecite garantisce con rischi penali tutto sommati contenuti”.