Assegni e bonifici dall’azienda (ignara) dove lavorava la moglie. Poi deceduta
Se il reato di cui è accusato da Procura di Vicenza e Guardia di Finanza è “cosa nota”, vale a dire furto aggravato e continuato, a stupire sono le modalità con cui un vicentino si sarebbe appropriato di 220 mila euro, intascando assegni a lui intestati come beneficiario, provenienti dall’azienda dove lavora la moglie, la Bs Srl. Con la ditta del tutto ignara degli esborsi e, ovviamente, parte lesa.
La vicenda è emersa ai primi di ottobre e diffusa oggi alla stampa, al termine delle indagini scaturite da un controllo di polizia economico-finanziaria nei confronti di un ex artigiano residente a Lonigo. Si tratta di D.S. titolare di un’attività di carpenteria metallica dismessa, mentre la donna era stata posta sotto indagini in un’altra inchiesta dopo la denuncia dell’azienda danneggiata dagli ammanchi considerevoli e soprattutto ingiustificati. Nei mesi scorsi è però deceduta, lasciando vedovo il marito e unico indagato nella vicenda.
Quando la sua attività era ancora in corso, tra il 2017 e il 2020, tra assegni e bonifici aveva acquisito decine di migliaia di euro periodici attraverso assegni e bonifici, denaro sottratto al conto di un’azienda non meglio specificata della zona. I finanzieri di Vicenza dopo i primi sospetti si sono dedicati a ricostruire tutti i movimenti bancari, a “senso unico”, andando a scoprire e verificare poi il grado di parentela stretta tra chi effettuava le operazioni e chi invece se ne giovava a ripetizione: moglie e marito conviventi. Rispettivamente impiegata amministrativa e titolare della ditta artigiana.
Si è quindi aperto un procedimento di giustizia sul piano penale, con l’azienda “svuotata” di oltre 200 mila euro a chiedere il risarcimento dovuto, mentre il ricevente in seguito alla tassazione non corrisposta su questi proventi – rivelatisi illeciti e incamerati nel tempo – è stato smascherato e posto sotto giudizio, in attesa di processo. Il soggetto era peraltro recidivo nel commettere violazioni in ambito fiscale, come accertato dalle Fiamme Gialle della Tenenza di Noventa nel 2021, riscontrando nell’artigiano leoniceno un evasore totale dell’Iva: dei suoi guadagni non aveva corrisposto un centesimo all’erario, occultandoli con documentazione non fedele alla realtà.
Oltre alla denuncia che farà il suo corso e alla restituzione del denaro intascato in maniera fraudolente, in arrivo anche una sanzione amministrativa per la condotta accertata dal blitz della Guardia di Finanza. Infime dovrà pagare le tasse sui guadagni illecitamente incassati: cosa che se avesse fatto in precedenza, forse, gli avrebbe concesso di “passarla liscia” e non incorrere nei controlli della Finanza.