Giovedì l’addio al giovane operaio di 25 anni uscito di strada. Era il più piccolo di 8 fratelli
Ha commosso in molti, tra il Vicentino e il Veronese, la triste storia legata alla morte tanto improvvisa quanto prematura di Federico Ruzza, avvenuta sabato mattina sulla Sp8 intorno alle 8. Originario di Lonigo dove era cresciuto, viveva da pochi mesi a Santo Stefano di Zimella, oltre il confine, e lavorava da tempo ormai in una grande azienda di materiale plastico, la Veca Spa di Albettone. Era molto legato al suo impiego e ai colleghi, che sono stati gli ultimi a vederlo sorridere, alle prime luci di sabato scorso, pochi minuti prima dello schianto di Orgiano.
Dall’abitacolo della sua Smart vigili del fuoco e soccorritori del Suem hanno estratto un corpo purtroppo già senza vita, dopo la fuoriuscita di strada e la carambola mortale tra guardrail e un fossato. Per l’operaio vicentino di nascita non si è potuto far nulla, con il medico del 118 a scuotere la testa dopo aver esaminato la scena di fronte, decretando il decesso dello sfortunato ragazzo.
Federico è spirato sul colpo, in quella che si apprestava ad essere una giornata di festa per tutta la sua estesa e unita famiglia. Per il suo 25° compleanno, che celebrava proprio in quel maledetto sabato. Ad attenderlo a Lonigo, dopo che si era alzato presto per fare una capatina in azienda dai colleghi che concludevano il turno di notte, allo scopo di offrire loro la colazione – un bel gesto il suo – c’erano i genitori e si sarebbero alternati anche i fratelli per il compleanno. Secondo quanto riporta il Giornale di Vicenza lui era il più piccolo di otto figli, nati dall’unione da papà Gabriele e mamma Maria Rosa, i primi a ritrovarsi distrutti dal dolore per la lancinante perdita. Così come tutti gli altri congiunti, oltre alla fidanzata, anch’ella informata nella tarda mattinata di sabato della disgrazia.
I politraumi gravissimi riportati nel probabile doppio violento urto sono stati fatali per il giovane operaio, diplomatosi all’istituto Rosselli-Sartori di Lonigo, che lascia anche molti amici nella sua città d’origine. Anche alcuni fra loro oltre ai colleghi di lavoro della Veca Spa, nei limiti dei vincoli posti dai provvedimenti di contrasto all’epidemia, saranno presenti giovedì pomeriggio alle 15 nel duomo leoniceno, per riservargli un ultimo saluto, ancora increduli di fronte alla notizia dell’ineluttabile disgrazia avvenuta in circostanze non ancora chiarite riguardo a cosa sia avvenuto negli istanti precedenti all’impatto, ma su cui non si nutre dubbio sulle modalità successive. Una distrazione, una valutazione errata o forse un malore o un colpo di sonno: sono tutte ipotesi plausibili per i carabinieri incaricati delle rilevazioni, dopo aver escluso il coinvolgimento di altri veicoli. A dare l’allarme un residente della zona, svegliato dal forte rumore udito in strada.
Una strada e un mese di novembre che riportano ad un’altra analoga tragedia sempre in via San Giovanni, su un tratto della strada provinciale 8 che ha pagato dazio a troppe morti negli ultimi anni, come testimoniano i fiori lasciati a margine della carreggiata. Ai primi di novembre di un anno fa, infatti, a morire dopo lo schianto sulla sua Fiat 500 fu Luca Beggiato, un agente immobiliare affermato di 52 anni di Sossano, molto conosciuto oltre che per la sua sfera professionale anche nell’ambito sportivo del calcio di buon livello e, in età più matura, ne calcio a 5 amatoriale che aveva sostenuto in prima persona.