Indebite compensazioni: sequestrati beni per 3,8 milioni. Nei guai 13 persone e 6 società
Sei società e 13 persone coinvolte, beni per 3,8 milioni di euro posti sotto sequestro preventivo: sono queste le dimensioni della complessa indagine messa in atto dai finanzieri del comando provinciale di Vicenza, guidati dal tenente colonnello Giuseppe Rizzo, che hanno eseguito ora il provvedimento emesso dal giudice per le indagini preliminari, su richiesta della Procura.
A finire sotto sequestro preventivo sono state disponibilità finanziarie, immobili e auto. Le sei società coinvolte operano nei settori economici della vigilanza privata, della consulenza aziendale, della progettazione ingegneristica, del commercio all’ingrosso di articoli sportivi, del commercio al dettaglio di profumi e dell’affitto di aziende: un’operazione che ha interessato le province di Vicenza, Milano, Napoli, Bergamo, Brescia, Crema e Como. L’attività, eseguita dai militari del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Vicenza, in collaborazione con i finanzieri della sezione di polizia giudiziaria presso la Procura, ha permesso di chiudere il cerchio attorno a un’attività iniziata con una serie di ispezioni.
Si tratta della seconda fase di un’indagine che già a inizio 2021 aveva visto eseguire altri sequestri preventivi nei confronti di tre persone e due società che avevano messo in atto, secondo quanto emerso dalle verifiche delle fiamme gialle, un meccanismo di frode fiscale realizzato usando un modo illegale una società di Lonigo: questa nei fatti non era operativa, non aveva contabilità e neppure una sede effettiva di esercizio, in quanto domiciliata presso uno studio di consulenza. La società, nel concreto, non aveva mai effettuato operazioni rilevanti ai fini dell’Iva e delle imposte dirette. I responsabili, avevano in sostanza ideato un sistema fraudolento che consentiva a società terze di compensare in modo illecito i debiti tributari. Nel concreto, queste società terze cedevano i crediti fiscali, in realtà inesistenti, fittiziamente vantati dalla società con sede nel comprensorio di Lonigo. All’epoca erano stati apposti i sigilli a conti correnti e auto di pregio per un ammontare superiore a 700 mila euro, pari agli importi indebitamente compensati per debiti fiscali in capo a società riconducibili agli stessi originari indagati ed agli illeciti guadagni derivanti dalla cessione di crediti fittizi a terzi soggetti.
I successivi sviluppi investigativi, i cui esiti hanno portato ora al nuovo decreto di sequestro preventivo per equivalente, eseguito in questi giorni dai finanzieri, hanno consentito di individuare sull’intero territorio nazionale le realtà societarie e imprenditoriali, effettivamente esistenti e operative, che hanno beneficiato – sottoscrivendo un falso contratto di consulenza fiscale quale fittizia prestazione di servizio fornita dalla società vicentina – di crediti fiscali fittizi usati in compensazione dei propri ingenti debiti fiscali. Nel corso degli approfondimenti investigativi è stato riscontrato che i beneficiari delle false compensazioni corrispondevano a favore della società vicentina somme pari al 1,9% dei fittizi crediti fiscali utilizzati in compensazione.
Società e persone coinvolte devono ora rispondere del reato di “indebita compensazione”. La ricostruzione investigativa effettuata dai militari della guardia di finanza, sotto il coordinamento della Procura, è già stata valutata come pienamente attendibile dal Gip che, condividendo quanto prospettato dagli inquirenti, ha emesso nei confronti delle sei società e delle 13 persone fisiche (che sono amministratori-rappresentanti delle società e delle imprese committenti, beneficiarie delle indebite compensazioni) il provvedimento di sequestro di oltre 3,8 milioni di euro, che corrisponde alla somma degli importi indebitamente e fittiziamente compensati da ogni singolo soggetto.
L’operazione eseguita dalla Guardia di Finanza sotto la direzione della Procura di Vicenza si inserisce nel quadro delle rinnovate linee strategiche dell’azione del Corpo, volte a rafforzare l’azione di contrasto ai contesti di illegalità economico-finanziaria connotati da maggiore gravità, a tutela del sistema economico “sano” e degli imprenditori del settore onesti e rispettosi delle regole che vedono lesi, da tali comportamenti fraudolenti, le leggi di libera concorrenza e di mercato.