Pensioni di invalidità non dovute: denunciati tre cittadini stranieri. Vivevano all’estero
Tre persone con problemi di natura uditiva, percettori di pensioni di invalidità erogate dall’Inps, sono stati denunciati dalle Fiamme Gialle di Vicenza dopo una significativa indagine portata a termine nei mesi scorsi. Nel mirino degli investigatori sono finiti tre cittadini stranieri: un sudamericano di nazionalità argentina, un africano nato in Tunisia e un asiatico originario del Bangladesh.
In tutti e tre i casi accertati i destinatari dell’assegno sociale non avevano i requisiti richiesti per incassare il sostentamento, essendosi trasferiti di fatto nelle rispettive madrepatria senza comunicare il cambio di dimora alle autorità preposte. Una “grave dimenticanza” costata all’ente di previdenza svariate decine di migliaia di euero, e che potrebbe costare invece agli indagati fino a 6 anni di carcere.
I controlli periodici posti in campo dal comando provinciale della Guardia di Finanza hanno consentito di analizzare a fondo le certificazioni mediche e i documenti di residenza di alcune persone affette da ipoacusia – grave sordità parziale -, scovando tre situazioni anomale nel corso del monitoraggio. Gli approfondimenti hanno portato a considerarle violazioni in campo assistenziale, aprendo un fascicolo in Procura di Vicenza. In breve, per accedere al diritto di ricevere le prestazioni un requisito fondamentale è costituito dalla residenza stabile e continuativa in Italia, fattore eluso dai tre denunciati che quindi percepivano indebitamente l’importo mensile versato nei loro conti bancari. Non si esclude che nello stato estero di effettiva residenza i tre percepissero ulteriori forme di assistenza.
Il primo caso riguarda un argentino di 37 anni – M.D.M. le iniziali – residente formalmente a Mussolente. I finanzieri di Bassano del Grappa, attraverso un’analisi incrociata, hanno accertato che l’uomo di fatto si era reso irreperibile. Ad aggravare la sua posizione di fronte all’erario pubblico italiano l’omissione di comunicare il cambio di residenza effettiva. Circostanze analoghe nel capoluogo berico di Vicenza, dove O.K., cittadino tunisino, di fatto non viveva più da quasi due anni. Era rientrato in patria, incassando “in silenzio” per 20 mesi circa 250 euro mensili, che dovrò risarcire allo Stato italiano in caso di condanna.
Terza e ultima vicenda sotto indagine è quella emersa a Lonigo, dove un 50enne bengalese è stato avvicinato dai finanzieri di Noventa Vicentina dopo aver appurato che questi, per quattro anni, aveva incassato una pensione di invalidità a favore della figlia affetta problemi di sordità. Una menomazione del campo uditivo mai messa in discussione sul piano medico, ma la ragazza di fatto era sparita da tempo dal territorio italiano. Mentre il padre incassava regolarmente un assegno da circa 750 euro mensili, 37 mila in totale. Per tutelare le casse pubbliche, in questo caso è stato disposto il sequestro per equivalente di una somma trovata in un conto corrente, misura cautelare preventiva su cui deve esprimersi un giudici, che potrebbe dissequestrare in un secondo momento.
Per tutti e tre i cittadini stranieri si apriranno dei procedimenti nelle aule di giustizia, dove verrà decretato se si sia trattato o meno, in ciascun caso, di una truffa ai danni dello Stato. Anche se giudicati in “buona fede”, dovranno restituire quanto hanno indebitamente percepito a lungo, fino a cadere nelle rete informatica dei controlli dei finanzieri vicentini.