Bacino antialluvione, al via l’ampliamento nell’invaso “storico”. Costerà 55,6 milioni
Al posto della posa della prima pietra simbolica, si è smossa la prima zolla di terra ieri nella campagna di Montebello che ospita il bacino di laminazione, per una cerimonia voluta dalla Regione Veneto per dare il via ai lavori di ampliamento dell’invaso. Ormai prossimo a compiere 100 anni (è sorto infatti nel 1927), si tratta del primo d’Italia nel suo genere, come è stato ribadito ieri mattina nel corso della prima fase di lavori inaugurata dal presidente regionale Luca Zaia.
E’ entrato in funzione in 130 occasioni per far defluire le acque dell’Agno-Guà ed evitare alluvioni nei centri abitati dell’area Ovest della provincia ma anhe alcune aree del Veronese e Padovano. Incrementandone di fatto la superficie, ora, una volta ultimati i lavori da 55,6 milioni di euro previsti per l’opera, potrà salvare i residenti e i terreni anche da eventuali piene del torrente Chiampo.
Un invaso di raccolta idraulica da 8,7 milioni di metri cubi d’acqua, contro i 5,9 precedenti acquisendo ulteriori 18 ettari al confine tra Montebello e Zermeghedo. Si tratta di uno dei punti contenuti nel piano post alluvione del 2010 per il contenimento di eventuali piene, con la nuova “vasca interrata” dalla capacità ricettiva di 2,8 milioni di metri cubi che garantirà di contenere le piene del torrente Chiampo, oltre a quelle del fiume Agno-Guà in un territorio attualmente sprovvisto di bacino. Saranno realizzate due casse di espansione separate da un argine, interconnesse tra loro.
L’opera ora finalmente avviata nella fase di esecuzione pratica sarà realizzata in tre stralci per complessivi 4 anni di lavori – 1340 giorni secondo le previsioni più dettagliate – e un costo totale stimato in 55,6 milioni di euro. Un’opera importante di salvaguardia del territorio in caso di eventi atmosferici avversi e prolungati.