Otto braccianti asiatici al lavoro (nero) nel vigneto. Denuncia e sanzioni fino a 90 mila euro
Guardia di Finanza berica e Ispettorato del Lavoro sono intervenuti nelle settimane scorse tra i filari nei campi agricoli di Montebello Vicentino, individuando otto persone – tutti uomini di nazionalità indiana – intenti a lavorare come braccianti per la vendemmia stagionale, senza alcun contratto di collaborazione esistente. In pratica un contingente di forza-lavoro impiegato per raccogliere i grappoli d’uva era stato ingaggiato “in nero” da un’azienda agricola, suscitando il sospetto di un nuovo caso di lavoro sommerso poi confermato dalle indagini depositate in Procura.
Uno degli stranieri identificati dalle Fiamme Gialle, inoltre, è risultato privo del permesso di soggiorno sul suolo italiano, in quanto al momento classificato come ‘richiedente asilo’ con istanza presentata da meno di 60 giorni, e quindi per la legge sull’immigrazione vigente non ancora impiegabile in attività lavorative. Le verifiche per quanto riguarda la presenza e la permanenza in Italia degli altri sette collaboratori, invece, non ha fatto emergere altri casi irregolari: si tratta di giovani di maggiore età e adulti per lo più residenti in provincia di Verona.
Una “vendemmia” sul piano delle infrazioni andata in porto anche per le forze dell’ordine impegnate nel blitz della tenenza di Arzignano, allo scopo di limitare lo sfruttamento dei braccianti agricoli e in tutela dell’impiego regolare e della concorrenza nel mercato, con sanzioni assegnate all’imprenditore vitivinicolo che complessivamente raggiungono i 90 mila euro. Nella sua posizione di datore di lavoro avrebbe violato alcune norme contenute nel Testo Unico sull’Immigrazione in materia di lavoro subordinato, incappando in multe da un minimo di 12.600 euro (1.800 cadauno) a 75.600 euro (10.800) per i sette braccianti senza contratto di lavoro e quindi in nero, e una salata sanzione amministrativa (qui da 4.320 a 12.960 euro) per aver “assunto” una persona richiedente asilo prima dei termini di legge.
Altre violazioni in materia sempre di lavoro subordinate sono state individuate dagli agenti controllori, con i funzionari dell’Ispettorato di Vicenza a disporre come sanzione accessoria la sospensione dell’attività per 7 giorni. Una misura poi rientrata dopo la disponibilità del titolare dell’azienda agricola a regolarizzare la posizione dei sette braccianti i quali, di fatto, al contrario del richiedente asilo erano tutti legittimamente “ingaggiabili”, a patto di metterli sotto regolare contratto d’opera stagionale.
La nota del comando provinciale del 117 sottolinea che “l’attività svolta dalle Fiamme Gialle si inquadra nella più ampia azione volta ad individuare situazioni di sfruttamento di manodopera che, oltre a costituire una grave forma di concorrenza sleale nei confronti degli operatori economici onesti e rispettosi della legalità, rappresentano principalmente un danno in capo ai lavoratori stessi, ai quali, infatti, non vengono riconosciuti i basilari diritti previsti dalla legge”.