A Capo Nord in Ciao: la folle impresa di due motociclisti vicentini è diventata anche un libro
Viaggiare lentamente ci consente di apprezzare sensazioni uniche come i profumi e sapori dei luoghi attraversati, soprattutto se si utilizza un mezzo a due ruote grazie al quale si ha un contatto più vero con la strada e con le persone che si incontrano lungo il tragitto.
Mirco Targon e Alice Zanni – marito e moglie – lo sanno molto bene. Appassionati di viaggi in moto, la scorsa estate hanno deciso di intraprendere una folle e spericolata impresa: andare da Montecchio Maggiore a Capo Nord in Norvegia con i loro vecchi motorini Ciao, un’avventura di ben 5203 chilometri, raccontata nel libro “A Capo Nord in Ciao”.
Mirco, ospite di Radio Eco Vicentino spiega, con una buona dose di allegria e ironia, come è nata la sua passione: “Mio papà possedeva una Vespa 50 special, ma avendo continui problemi elettrici l’ha accantonata. Una volta raggiunti i 14 anni l’ha passata a me, ma i problemi sono rimasti e molte volte rimanevo a piedi. Abbiamo così deciso di venderla al suo posto di compare il Ciao”.
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Mirco e Alice fanno parte dei Motoviaggiatori, un gruppo di motociclisti che ama conoscere luoghi nuovi in giro per il mondo: “A noi piace scoprire la strada dei paesi che attraversiamo sulle due ruote, perché abbiamo compreso che solo questo mezzo ti mette a contatto diretto con le persone e con l’ambiente; in questa maniera abbiamo scoperto tutta l’Europa attraversando i vari paesi, viaggiando anche in Asia, in Africa e in America, sempre in moto, una BMW che ha ormai 240 mila chilometri”. Nei viaggi la coppia cerca di aiutare le persone del posto: “abbiamo avuto la possibilità di portare una protesi di una gamba ad un ragazzo che viveva nel deserto del Marocco- racconta Targon –: ho ancora in mente gli occhi pieni gioia di quel ragazzo quando ci ha visto”.
L’idea dell’avventura con il Ciao nasce nel novembre 2020: liberando il garage suo padre ritrova il vecchio motorino fermo lì da anni. Mirco decide di sistemarlo “mettendo mano alla mio vecchio Ciao mi son venuti in mente tutti i ricordi di quando ero più giovane e nel momento in cui ho sentito il tipico tintinnare di questo motore mi è venuta la pelle d’oca”. Anche sua moglie Alice se ne innamora, tanto da decidere di comprarne un altro per sé.
Da lì è nata la decisione di intraprendere questo viaggio avventuroso:” Siamo partiti il 23 luglio 2021 da Montecchio Maggiore, all’inizio non avevamo intenzione di raggiungere Capo Nord ma fare solamente un viaggio verso Nord costeggiando la ferrovia: abbiamo passato Trento, Bolzano sempre rigorosamente in statale, fino al confine Austriaco. Avevo paura che al confine mi potessero bloccare perché il Ciao essendo Euro ‘0 ‘ non poteva circolare all’estero. In effetti poliziotti austriaci ci hanno fermato, ma solo per farsi un selfie con noi. Siamo proseguiti in Germania e non potendo transitare per la Danimarca per via delle misure Covid, a Rostock abbiamo preso il traghetto per la Svezia. Piano piano siamo arrivati a Capo Nord impiegando in totale 19 giorni”.
L’equipaggiamento caricato sui motorini è stato per forza di cosa minimale: piccole borse con pochi ricambi e l’essenziale per le riparazioni. A parte qualche problema, i due mezzi hanno resistito bene al lungo tragitto. “Con il Ciao non sai se si avvia al mattino e dove arrivi alla sera, per cui era difficile programmare le soste, quindi arrivavamo dove capitava, alloggiavamo negli hotel e B&B che trovavamo lungo la strada”. Viaggiare con questo mezzo è inoltre molto economico: il costo del carburante per l’intero viaggio è stato solamente di 190 euro.
Il libro è nato dalle molte richieste di appassionati interessati a scoprire come si è svolta la loro impresa, dalla preparazione di un viaggio del genere, alla strada percorsa e alle sensazioni provate. I ricavati delle vendite di ‘A Capo Nord in Ciao’ saranno devoluti all’associazione Bambini nel Deserto. Edito da Duessegi, il libro si può trovare presso la ditta Rettifica Vicentina, alla libreria Gulliver di Verona o contattando direttamente Mirco Targon.
Andrea Falcone