Bullismo, un tredicenne finisce in ospedale. Aggressione del branco? Nessuna denuncia
Tredici anni. Pestato e minacciato. La sua colpa? Esserci invaghito di una coetanea. La vittima sarebbe un ragazzino vicentino di un comune limitrofo a Montecchio Maggiore. Lo riporta, con minuzia di particolari, il Giornale di Vicenza. Ma, ad oggi, non risulta alcuna denuncia in merito alla vicenda riportata, come assicura il Maggiore Giovanni Blasutig, comandante della compagnia di carabinieri di Valdagno. Difficile sapere con certezza se, allora, il padre della vittima si sia recato presso la tenenza dei militari della città castellana, solo per esprimere le proprie doglianze sul presunto “branco” composto da quattro adolescenti dai 13 ai 16 anni. Questi ultimi sarebbero gli autori di un’aggressione fisica, culminata con il ricovero in pronto soccorso per curare ferite e contusioni patite dal giovane innamorato, e addirittura di minacce di morte via smartphone.
Una vicenda tanto triste quanto assurda che, se confermata nella sua sostanza, diverrà oggetto di indagini e materia per destinata al Tribunale regionale dei minori. Un fatto grave quello descritto nelle pagine del quotidiano che rientra, purtroppo, nella già ampia casistica di atti di bullismo. La certezza risiede nel referto medico emesso dal pronto soccorso dell’ospedale di Arzignano. Tutta al condizionale, invece, la brutta storia nei suoi preamboli. I presunti colpevoli sarebbero un paio di amici della stessa età dello studente di seconda media, complici di altri due teenager della zona ma più grandi di età, di 14 e 16 anni. Se i primi due, per legge, non potrebbero essere in alcun modo perseguiti dallo Stato, ben diversa la situazione che si prospetterebbe per i più – si fa per dire – maturi.
I fatti incriminati sarebbero avvenuti la scorsa settimana. Uno scambio di messaggi apparentemente innocuo tra due giovanissimi, maschio e femmina, l’ipotetica la molla che avrebbe fatto scattare il piano criminale da parte del più grande dei quattro bulletti, il 16enne – e sedicente – fidanzato della ragazzina. Da qui scatta un tranello congegnato per attrarre da solo il povero Romeo – nome di fantasia – che magari solo fantasticava sulla bella Giulia – idem – ignaro di ciò che lo aspettava. Vale a dire botte su botte. E poi, una volta lasciato libero, via di minacce – anche di morte secondo indiscrezioni – sul telefonino della vittima. Standard da malavita, dinamiche mafiose. Perpetrati da giovani e giovanissimi adolescenti più buffi che bulli nello scimmiottare magari film o serie tv.
Il pestaggio si sarebbe consumato, in attesa di conferme da parte delle forze dell’ordine il condizionale rimane d’obbligo, nei pressi di un supermercato della zona. Da verificare anche l’eventuale presenza di filmati di videosorveglianza, nel caso una effettiva denuncia venisse presentata nei modi e nei tempi previsti. Altrimenti, il caso di bullismo conclamato – ma non ancora accertato – potrebbe finire nel limbo delle leggende metropolitane.