Di giorno operai di conceria, di notte distributori di euforia. Tre kg di oppio sequestrati

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Sullo sfondo i sacchetti pieni di papaveri da oppio, nel riquadro i due arrestati mercoledì

Il primo è stato seguito e bloccato all’alba con due zaini sulle spalle, uno con il cibo per la pausa pranzo e l’altro quasi un chilogrammo di oppiacei. L’altro invece raggiunto alla sera mentre in casa nascondeva il doppio dei “papaveri” rispetto all’amico, suo probabile intermediario. Secondo i carabinieri della tenenza di Montecchio i due lavorano come operai in altrettante ditte conciarie della zona, coniugati, in posizione regolare in Italia e senza “difetti” nei rispettivi curriculum con la giustizia. Nel dopo-lavoro, invece, avevano messo in piedi una fiorente attività di spaccio di oppio.

Sono finiti così in manette due uomini solo apparentemente insospettabili membri della popolosa comunità indiana che vive nell’Ovest Vicentino, denunciati per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, con arresti in flagranza. Si tratta di Prabhjot Singh, di 32 anni e residente proprio a Montecchio, e di Dalbir Singh – non sarebbero legati da vincoli di parentela -, 43enne di Arzignano. Ora si trovano ai domiciliari, comunque in stato di arresto.

Seconda la nota dei militari vicentini il più giovane dei due aveva già da tempo attirato i sospetti degli investigatori in quanto divenuto di fatto un punto di riferimento tra i connazionali per l’approvvigionamento della sostanza psicotropa. Si tratta in pratica di capsule di papavero da oppio, poco diffuse in Veneto rispetto ad altre droghe leggere più comuni ma il cui mercato, come dimostra l’ingente quantità trovata, fiorisce al pari della piantina i cui frutti conferiscono sensazioni di euforia, benessere e distacco dalla realtà.

Singh jr è stato raggiunto all’alba di mercoledì scorso, mentre in bicicletta pedalava ignaro del pedinamento verso la conceria di Arzignano di cui è dipendente. In uno zaino il pranzo precotto del giorno, nell’altro circa 100 grammi di oppio preconfezionato, quantità sufficiente per far scattare la perquisizione domiciliare. Nell’abitazione castellana dell’uomo rinvenuti altri 4 sacchetti colmi dell’estratto delle piantine di papavero, per un totale di circa 800 grammi, subito sequestrati e messi agli atti come prove indiziarie.


La curiosità degli investigatori dell’Arma si è però spinta oltre, andando a “ficcare il naso” tra appunti, foto e rubriche dell’asiatico, notando così un nome particolarmente presente nei contatti del 32enne già di fatto con le mani nel sacco. I carabinieri avevano intuito che poteva trattarsi del possibile fornitore diretto, andando così a far visita al secondo soggetto nella sua dimora di Arzignano.

Intuizione esatta, visto che in un armadio in camera da letto sono state trovate stavolta ben 17 confezioni sigillate della solita sostanza particolarmente in voga a quanto sembra, da 100 grammi ciascuna, oltre ad altre già aperte, in parte consumate o distribuite tra gli amici in cerca di sballo. La quantità sequestrata al secondo arrestato oltrepassava i due chilogrammi, “aggiornando” il totale preso in consegna dai carabinieri a circa 3 kg, per un valore al dettaglio di qualche migliaio di euro.