Il Covid infuria nelle case di riposo. Morti in 22 all’Ipab “La Pieve”, cluster a Montebello
Anche la seconda ondata della pandemia, quella temuta autunnale, sta prendendo di mira le case di riposo dove il morbo è riuscito a insinuarsi, falcidiando gli anziani ospiti. In meno di un mese sarebbero 22 le vittime nella sola Ipab di Montecchio Maggiore “La Pieve”, pensionati assistiti h24 in ragione dell’età avanzata e di patologia croniche in cui il coronavirus trova barriere immunitarie troppo fragili e porta a termine la missione killer.
Si contano a decine le famiglie dell’Ovest Vicentino che hanno patito un lutto o che vivono in uno stato di costante apprensione per i propri cari ultraottantenni, dopo lo scoppio di un nuovo cluster anche nella Rsa di Montebello Vicentino. Alcuni grandi anziani si trovano ricoverati all’ospedale San Lorenzo di Valdagno, in un cui è stato riallestito un reparto Covid.
Di lunedì scorso un comunicato emesso dal Comune di Montecchio, dove si annunciava la triste notizia del decesso di altri 7 ospiti della struttura, assaliti dal morbo e caduti sotto i colpi della polmonite virale e delle microembolie. Che vanno ad aggiungersi alle altre croci della precedente settimana e aggiornata a ieri, secondo i dati dell’Ulss 8 Berica, a 22 persone decedute con positività accertata al coronavirus. L’età media supera gli 85 anni, in linea con le persone ospitate nella casa di riposo, in molti casi soggetti con situazioni di salute già compromesse a cui il virus ha sferrato colpi mortali. Solo un mese fa, l’Ipab ora alle prese con l’incubo epidemia era un’isola felice, aveva da immune la precedente tempesta. Solo ai primi di ottobre il riscontro del primo caso, da cui l’ordine di applicare i protocolli e disporre tamponi a tappeto per tutti gli ospiti e gli operatori. Emersero 14 casi, poi 82, il tutto in un rincorrersi di aggiornamenti “neri”.
Secondo il bollettino aggiornati del Comune a lunedì erano 62 gli anziani infetti in cura all’Ipab locale, di cui 18 trasportati a Valdagno per consentire una sanificazione extra dei locali. Sono 30, invece, i pensionati assistiti nella struttura che non sono stati intaccati dall’ondata nonostante il maxi focolaio, in apparente buona salute e soprattutto risultati negativi ai tamponi periodici. Oltre la metà dei casi di contagio attualmente attivi a Montecchio – sono 122 in tutto secondo la nota dell’ente locale – provengono quindi dalla “Pieve”.
Intanto è emerso un nuovo cluster a Montebello Vicentino, nel centro di assistenza per anziani intitolato a San Giovanni Battista, un tempo sede dell’ex ospedale civile. Il numero di casi di contagio è già significativo: sono 43 dopo il giro di tamponi disposto nei giorni scorsi, erano 18 solo tre giorni fa (11 ospiti + 7 operatori) secondo la nota del sindaco Dino Magnabosco. Ma si tratta ancora di dati parziali, per una casa di riposo che conta oltre 100 ospiti interni e in attesa degli esiti completi da ripetere a distanza di alcuni giorni, in previsione ai tempi di incubazione del Covid-19. La buona notizia, ribadita anche alla stampa locale, risiede nel fatto che a parte un paio di casi di febbre la stragrande maggioranza non presenta sintomo alcuno finora. La quarantina di positività si riferisce al totale tra pensionati assistiti e operatoti (circa 15 questi ultimi ora). Anche qui, come a Montecchio, si è subito schierata la Usca dell’Ulss 8, l’unità speciale di medici e infermieri. L’auspicio di tutti consiste nell’arginare il focolaio e non replicare il dramma vissuto in queste tre settimane a Montecchio.